“Stop cyber bullismo”, l’iniziativa del Consiglio regionale. Incontro all’istituto Turi di Matera

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Venerdì 20 dicembre 2024 – Seconda tappa del progetto “Stop cyber bullismo”, il progetto curato dal Consiglio regionale della Basilicata, in partnership con l’Ufficio scolastico regionale e in collaborazione con l’associazione “Il Cielo nella stanza”.
Mercoledì a discutere di tale importante tematica, nell’istituto d’Istruzione Superiore Turi di Matera, Vita Buongermino, piscologa psicoterapeuta, Filomena Iannotta, avvocatessa e Paolo Santarsiero, esperto in tecnologie web.
L’incontro, moderato dal giornalista e presidente dell’associazione “Il cielo in una stanza”, Nino Cutro, è stato introdotto dalla dirigente scolastica Carmela Gallipoli.
Molto partecipato l’incontro con i partecipanti che hanno dialogato con gli esperti ,offrendo spunti di riflessione sulle questioni affrontate

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Da parte dei relatori comune la convinzione sulla necessità di rendere protagonista il mondo adulto (genitori, insegnanti, dirigenti scolastici, e personale Ata delle scuole secondarie di II grado) unito nel comune impegno per una genitorialità sociale e una cittadinanza attiva.

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L’intervento della psicoterapeuta Vita Buongermino ha avuto come obiettivo sensibilizzare e informare genitori, insegnanti e personale ATA rispetto alle dinamiche che caratterizzano il fenomeno del bullismo e cyber bullismo affinché possano riconoscerlo e affrontarlo.
Durante il proficuo dibattito sono stati trattati i temi dell’educazione e di come sia cambiato il modello genitoriale che, nel secolo scorso, era spesso più autoritario.
Oggi, – ha detto Buongermino – si osserva una crescente enfasi sulla genitorialità democratica e sulla comunicazione aperta, con un approccio più collaborativo e meno gerarchico. Spesso, però, questa modalità non pone limiti agli adolescenti che risultano essere più fragili perché meno competenti nell’affrontare le difficoltà della vita.
La psicoterapeuta, inoltre, ha sottolineato come “il cyber bullismo sia un problema serio e in crescita che richiede un approccio collaborativo tra genitori, scuole e comunità. La genitorialità oggi deve affrontare nuove sfide legate alla tecnologia, ma con supporto reciproco, è possibile creare un ambiente più sicuro per i giovani nel mondo digitale”.

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Paolo Santarsiero (Esperto di Tecnologie Web dell’Associazione Culturale PLUG) si è soffermato sull’aspetto legato ai social network, spiegando che: “gli algoritmi che li alimentano sono progettati per catturare la nostra attenzione, analizzando ogni clic, commento e video guardato. Grazie alla personalizzazione mirata, queste tecnologie imparano a conoscere le preferenze degli utenti, modellando ciò che vediamo e come interagiamo online.
Questa personalizzazione è potente, ma può anche nascondere insidie, soprattutto per gli adolescenti. Bolle di filtro che isolano, la ricerca costante di approvazione sociale e la rapidità con cui si diffondono contenuti negativi possono diventare terreno fertile per il cyber bullismo.
Da qui l’esigenza di sensibilizzare giovani e famiglie sull’uso consapevole di queste piattaforme. Conoscere come funzionano gli algoritmi ci dà il potere di prevenire comportamenti tossici, promuovendo un ambiente digitale più sicuro, rispettoso e inclusivo per tutti”.

All’avvocato Filomena Iannotta il compito di affrontare il tema dal punto di vista legale, soffermandosi sulle conseguenze sia in ambito civilistico sia in ambito penalistico.
È stata citata la legge n. 71 del 2017 che, per la prima volta, ha dato una definizione tecnica giuridica del termine cyber bullismo, integrandola con la legge 70/2024 che estende le disposizioni della 71/2017 anche al bullismo “in presenza”, con finalità di prevenire e contrastare entrambe le azioni.
“Poiché ad oggi i comportamenti riconducibili al fenomeno integrano diverse e plurime fattispecie di reato quali percosse, minacce, diffamazione, atti persecutori, ecc., si auspica – ha sottolineato Iannotta – che il legislatore in futuro possa prevedere specificatamente una fattispecie criminosa atta a punire il bullismo e cyber bullismo”.



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