Il futuro del vino tra crisi climatica e innovazione

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Il futuro del vino è un tema che intreccia tradizione e innovazione, tra cambiamenti climatici, tendenze globali e nuove tecnologie. Simbolo del made in Italy, il vino è un elemento identitario per molte regioni del nostro Paese e molto più di un semplice prodotto tipico: il calice di vino è un rito sociale, culturale e familiare.

In Italia ogni regione vanta produzioni con caratteristiche uniche legate al cosiddetto terroir, ovvero l’insieme di fattori ambientali, naturali e umani che influenzano il carattere unico di un vino, dal clima alle tecniche agricole tramandate di generazione in generazione. È proprio questa enorme varietà a distinguere il patrimonio vinicolo italiano: sono oltre 350 i vitigni autoctoni registrati e più di 400 le denominazioni tra DOC, DOCG e IGT. Questo forte apprezzamento si riflette anche nella vivacità del turismo eno-gastronomico, in questi ultimi anni in forte crescita. Le visite alle cantine, le passeggiate in vigna e le degustazioni guidate attraggono ogni anno visitatori da tutto il mondo, valorizzando territori e tradizioni.

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Il concetto di sostenibilità poi ha assunto un ruolo sempre più centrale anche nella produzione vinicola italiana: il futuro del vino sembra essere biologico, prodotto secondo principi che rispettano la biodiversità, quindi senza l’uso di pesticidi, erbicidi o fertilizzanti chimici di sintesi. Questi metodi sono una risposta alla crescente domanda di prodotti naturali e rispettosi dell’ambiente. La crescita delle produzioni biologiche testimonia la sempre maggiore attenzione verso pratiche più sostenibili e risponde alle esigenze del mercato attuale.

Ecco cosa troverai in questo articolo:

IL PRESENTE DEL VINO: SI BEVE MENO MA MEGLIO

Negli ultimi anni il settore vinicolo italiano ha registrato risultati contrastanti: se nel 2022 le esportazioni hanno toccato il record di 8 miliardi di euro, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente, sul mercato interno il volume delle vendite nella GDO, la Grande Distribuzione Organizzata, ha invece subito una flessione del 6% rispetto al 2021, pur rimanendo superiore ai livelli pre-Covid (IX Forum Wine Monitor).

C’è sicuramente una rimodulazione della domanda, da un lato dovuta al ricambio generazionale e dall’altro dal diffondersi di nuovi stili di vita più orientati alla salute, che fa registrare anche una crescente preferenza per i vini biologici. Bere un bicchiere di vino al giorno non viene più percepito così salutare come quel vecchio detto? Quel che è certo che è sta calando il consumo di vino rosso, passato dal 51,3% medio nel periodo tra il 2000 e il 2004 al 48,3% del 2017-2021 (Indagine MedioBanca 2023).

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Vigneti lucchesi. Ph credits: Maestà della Formica

Nel recente report sulle prospettive agricole redatto dalla Commissione Europea, che presenta anche le proiezioni di mercato per l’agricoltura nel vecchio continente fino al 2035, l’UE prevede che questa riduzione delle produzioni e delle esportazioni non si arresterà e anzi porterà anche una diminuzione delle superfici viticole. Le importazioni di vino poi dovrebbero diminuire ulteriormente, dice Bruxelles, a causa della già ampia offerta all’interno del territorio UE. Il motivo? Come accennato, la riduzione dell’assunzione di alcolici da parte delle giovani generazioni e il cambiamento delle abitudini di consumo.

I vini bianchi e i rosé aumentano invece lievemente la propria platea, del 2,2% i primi e dello 0,8% gli altri. Si beve meno, ma meglio e si produce meno: la tendenza mondiale che vede una diminuzione della produzione non risparmia l’Italia, registrando -23,2% rispetto al 2022 (Indagine MedioBanca 2023).

IL FUTURO DEL VINO: UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE

Per immaginare il futuro del vino dobbiamo comprendere meglio il suo presente. Il settore vinicolo italiano deve affrontare diverse sfide, legate innanzitutto ai cambiamenti climatici, che stanno influenzando i cicli di maturazione delle uve e richiedono adattamenti nelle pratiche agricole per mantenere la qualità dei vini. Adottare soluzioni agricole sostenibili, investire in tecnologia e in strategie di marketing mirate, promuovendo al contempo la sostenibilità e valorizzando le peculiarità dei propri territori potrà rivelarsi fondamentale per rispondere alle criticità che le aziende si trovano a far fronte.

Su Italia che Cambia trovate molti esempi di innovazione nel settore vitivinicolo. Dall’azienda Chiusa Grande – che da oltre trent’anni produce dei vini biologici ed è un buon esempio di marketing territoriale ispirato al concetto di “vinosophia”, una filosofia che incarna l’amore per il territorio la tradizione familiare che si tramanda da generazioni – ai metodi di potatura di Simonit e Sirch, passando per le tecniche innovative di Wineleather – estendendo il discorso a tutta la filiera – che produce tessuti a partire dagli scarti della lavorazione dell’uva.

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In particolare l’aumento delle temperature impatta sui tempi di lavorazione, perché si anticipa sempre di più la vendemmia. Temperature più elevate accelerano la maturazione dell’uva, portando a raccolte precoci e a possibili squilibri tra zuccheri, acidità e aromi. In certe aree le temperature estreme possono danneggiare il raccolto e bruciare le bacche. D’altra parte i periodi prolungati di siccità limitano la disponibilità d’acqua per le viti, il che indebolisce la pianta e riduce la qualità delle uve.

L’irrigazione può diventare insostenibile in particolari aree o in momenti di scarsità idrica. Ci sono poi da considerare le gelate fuori stagione, la grandine e i nubifragi che possono devastare interi vigneti in poche ore. In questo senso l’aumento della variabilità climatica sta rendendo sempre più difficile pianificare la gestione agricola. Un altro fattore da tenere presente è che regioni storicamente legate alle produzioni vinicole, come alcune aree del Mediterraneo, potrebbero presto diventare inadatte alla viticoltura, in favore di regioni a latitudini più elevate.

futuro del vino
Il futuro del vino passa anche attraverso nuove tecniche di coltivazione

Un altro lato negativo dell’instabilità climatica è la diffusione di patogeni, con effetti negativi sui vigneti. Cocciniglia, tignola della vite e cimici asiatiche sono solo alcuni degli insetti che, con l’aumento delle temperature, si moltiplicano molto più velocemente, estendendo la loro stagionalità e gamma geografica. Ci sono anche patogeni emergenti, come la xylella della vite e la flavescenza dorata che ora riescono a diffondersi anche in territori precedentemente immuni. In più le malattie fungine come la peronospora e l’oidio diventano più difficili da gestire con i climi caldi-umidi. L’uso intensivo di pesticidi poi ha portato a fenomeni di resistenza, rendendo i trattamenti meno efficaci e promuovendo, quindi, la ricerca di alternative ecologiche.

LE POSSIBILI STRATEGIEDI ADATTAMENTO

Il futuro del vino dipende da come si affronteranno tutte queste criticità. Per farlo il settore vitivinicolo ha bisogno di innovarsi adottando una serie di strategie. Innanzitutto un adattamento di tipo agronomico, andando alla ricerca di viti più resistenti alla siccità, ai parassiti e al caldo. Nella Valpolicella, per esempio, è stato aumentato l’uso del vitigno Corvinone che è più tollerante alle alte temperature.

Strategie per il futuro del vino

Sul piano più strategico invece il futuro del vino sembra passare per i sistemi di allevamento a pergola, che possono essere una soluzione: ancora in Valpolicella, dove la temperatura è diventata un fattore critico, il 75% dei vigneti è stato convertito al sistema a pergola, perché offre maggiore ombreggiatura agli acini, proteggendoli dall’eccesso di calore. Invece pratiche come la defogliazione della parte superiore della chioma, effettuata circa un mese prima della raccolta, aiutano a ridurre l’accumulo di zuccheri e, di conseguenza, il grado alcolico dei vini.

Le innovazioni tecnologiche

Spostandoci sul settore delle innovazioni tecnologiche, ci sono consorzi che stanno sperimentando i benefici dell’applicazione di un’argilla bianca, il caolino, sulla vegetazione dei vigneti per riflettere la luce solare: questo riduce le scottature dei grappoli di quasi il 70%. In ambito di pratiche più sostenibili, possono essere ottimali tecniche di irrigazione a goccia e sensori per ottimizzare l’uso dell’acqua, ma anche l’uso degli invasi in quota, per raccogliere l’acqua piovana in eccesso, da utilizzare durante i periodi di siccità, garantendo così un’irrigazione sostenibile dei vigneti. Sta succedendo nei Colli Euganei, dove si stanno installando pannelli solari per raffreddare i fruttai, migliorando così il processo di appassimento delle uve.

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Il primo tavolo di lavoro di Terra & Tech per innovare la filiera del vino a Pollenzo
UN PROGRAMA E UNA CALL PER INNOVARE IL SETTORE VITIVINICOLO

Tutte le iniziative cui accennato sopra riflettono il grande impegno dei produttori italiani e la loro proattività nel preservare la tipicità dei loro vini, affrontando le sfide del cambiamento climatico. Il futuro del vino dipende dalle azioni che intraprendiamo oggi, quindi per aiutare i viticoltori italiani ad affrontare i principali bisogni, stimolare l’adozione di tecnologie innovative e soluzioni digitali per migliorarne la competitività e la sostenibilità, c’è un programma dedicato proprio all’innovazione della viticoltura italiana.

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Si chiama Terra&Tech ed è stato organizzato e promosso da Filiera Futura e I3P, l’incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino. Dopo aver ascoltato i bisogni e le esigenze che i viticoltori hanno in vigna, in cantina e in ambito marketing, è stata organizzata una serie di workshop per far incontrare i produttori con i professionisti del settore. Per ogni evento poi sono state pianificate diverse attività sul territorio.

Per proseguire con la mappatura delle migliori proposte di innovazione, lo scorso 10 dicembre Filiera Futura e I3P hanno lanciato una call for startup Terra&Tech. Innovazione per la filiera del vino, proprio per esplorare tutte le possibili innovazioni del settore vitivinicolo già esistenti sul territorio nazionale e internazionale. La call vuole accelerare il processo di transizione verso un nuovo modo di coltivare, produrre e vendere in modo sostenibile, facilitando l’avvio di sperimentazioni in campo delle migliori soluzioni presentate con i produttori della rete di Terra & Tech. Per qualsiasi approfondimento terratech@i3p.it.

Articolo realizzato con il contributo di
Filiera Futura



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