«L’INCLUSIONE NON È SOLO UN DOVERE ETICO, MA È ANCHE UN’OPPORTUNITÀ DI CRESCITA»

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In Basilicata gli “Stati generali disabilità”, la ministra Locatelli ha annunciato a Potenza una proposta di legge sul riconoscimento del “caregiver familiare”

L’ inclusione, come sottolineato dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, durante gli “Stati generali disabilità”, «non è solo un dovere etico, ma anche un’opportunità di crescita culturale e sociale per tutti». Nell’iniziativa di confronto tra Istituzioni e associazioni organizzata dalla Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish), che organizzata in tutte le regioni italiane ieri ha fatto tappa a Potenza, il presidente Bardi ha ricordato che la Presidenza del Consiglio ha finanziato con un milione e duecento mila euro, a cui si è aggiunta una quota di cofinanziamento regionale di centoventimila euro, il progetto “Basilicata for all”, la Basilicata per tutti, un progetto sul turismo accessibile e inclusivo presentato dal governo lucano nell’ambito di un avviso pubblico, per rendere accessibili le strutture ricettive del litorale jonico. «In un contesto come quello del Metapontino – ha aggiunto Bardi -, caratterizzato da una forte vocazione turistica, ci siamo posti l’obiettivo di intercettare un segmento di mercato troppo spesso trascurato: il turismo accessibile. Un turismo che risponda alle esigenze delle persone con disabilità e dei loro familiari, che richiedono infrastrutture e servizi adeguati ai loro bisogni. E i risultati di questo progetto sono già evidenti: le prime strutture ricettive della costa jonica hanno ricevuto il marchio di qualità regionale, che certifica il rispetto degli standard di accessibilità. Il prossimo passo sarà quello di portare questo progetto in tutta la regione perché non vogliamo lasciare indietro nessuno, perché siamo convinti che inclusione e innovazione siano le chiavi per un decisivo cambio di passo nella progettazione di un futuro più umano. Il nostro impegno c’è e ci sarà». Nel convegno dal titolo “Nulla di noi senza di noi” è stato rimarcato che, oltre ai diritti, bisogna prendere in considerazione i bisogni, i desideri, le aspirazioni delle persone con disabilità, assicurando a ciascuno «il diritto di scegliere il proprio progetto di vita». «Tra le misure già avviate in Basilicata – ha sottolineato l’assessore alla Salute, Cosimo Latronico possiamo annoverare i progetti per il benessere delle persone con disturbo dello spettro autistico, il fondo per i caregiver familiari, gli assegni di cura e voucher per anziani non autosufficienti e persone con disabilità, l’avvio di progetti di vita indipendente, il sostegno ai centri diurni socioeducativi per disabili gravi e la garanzia dell’assistenza domiciliare tramite il Fondo Regionale per le Politiche Sociali. Il nostro obiettivo è chiaro: nulla deve essere deciso senza il pieno coinvolgimento delle persone con disabilità». Agli Stati generali è intervenuta la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha annunciato una proposta di legge sul riconoscimento del “caregiver familiare”. «Già nella prossima seduta o nella prima di gennaio – ha detto la ministra – porteremo all’attenzione del Parlamento la bozza di legge al quale ha lavorato il tavolo interministeriale, perché al di là degli interventi della legge di bilancio, che sono tanti, è la cosa più concreta e attesa dalle famiglie». Parlando dell’attuazione dei progetti di vita indipendenti, la ministra ha chiarito che «la formazione è già terminata, dal primo gennaio la sperimentazione partirà in nove province italiane». «C’è tutto un percorso strutturato che tra l’altro nel 2025 vedrà protagoniste le Regioni – ha aggiunto e concluso Locatelli -. In primavera deciderò su altre province che faranno parte della nuova sperimentazione e non è detto che non ci sia una provincia proprio della Basilicata. Spero che tutti comprendano che bisogna riorganizzare il sistema dei servizi. Questo è quello a cui dobbiamo mirare per il futuro, cioè saper cogliere i bisogni delle persone dal punto di vista sanitario ma anche sociale e metterli all’interno del progetto di vita proprio per accompagnare la persona con disabilità e la sua famiglia, sia con i servizi sia con gli interventi».



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