4mila persone hanno preso parte alla manifestazione in risposta al corteo neofascista e alle svastiche apparse nei giorni scorsi in città

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Sarà per contrapposizione con l’ordinata manifestazione portata in strada dagli attivisti di estrema destra lo scorso 13 dicembre, ma Largo Formentone alle 17,30 è un solido fatto di persone e bandiere. Così, poco più tardi, sarà anche Piazza Loggia. Brescia risponde determinata al corteo neonazista “contro il degrado” di Santa Lucia e alle svastiche che nei giorni scorsi hanno imbrattato monumenti e muri della città. La manifestazione, organizzata da Anpi, Fiamme Verdi, Cgil, Cisl e Uil, ha visto l’adesione di un ampio schieramento di associazioni, gruppi e forze politiche: i numeri parlano di circa 4mila presenze, fra attivisti, cittadini e amministratori locali giunti anche da Comuni vicini.

Gli interventi durante la manifestazione

Una risposta compatta per ribadire che i valori della costituzione e della convivenza pacifica non sono negoziabili, e che i messaggi d’odio non sono ben accetti. “La vostra presenza qui rappresenta il grande senso di responsabilità e di consapevolezza di quanto sta accadendo”, ha sottolineato Lucio Pedroni, presidente di Anpi Brescia. “Il nostro impegno è quello di mantenere Brescia solidale, democratica e antirazzista: Brescia è di tutti, ad esclusione di chi fomenta odio”. In piazza anche il senatore Alfredo Bazoli, tra i primi a manifestare il proprio dissenso nei confronti degli avvenimenti degli ultimi giorni: “Non possiamo sottovalutare quanto accaduto, né tollerare questi simboli che rappresentano un ritorno a un passato di violenza e paura. Siamo qui per ribadire il nostro attaccamento ai valori della Costituzione e alla democrazia”, ha affermato.

Dalla piazzetta, la folla si è poi spostata davanti alla stele eretta in ricordo della strage del 28 maggio 1974, dov’è stata posata una corona. Da qui, in una piazza della Loggia improvvisamente gremita, è intervenuta la sindaca Laura Castelletti: “Questa profanazione civile, questo attacco diretto ai valori su cui si fonda la nostra comunità è un insulto alla memoria di coloro che hanno sacrificato la loro vita per combattere il fascismo, è un affronto a ogni cittadino che crede nella giustizia, nell’uguaglianza e nel rispetto reciproco”, ha detto, riferendosi ai simboli che hanno deturpato, tra le varie, il monumento della Bella Italia, a pochi passi dalla stele. Poi la dichiarazione d’impegno: “Continuiamo a costruire insieme la nostra città: viva, democratica, antifascista e libera”. Anche Manlio Milani, presidente dell’Associazione familiari dei caduti di piazza della Loggia, ha espresso la sua preoccupazione per il clima di divisione che sta pervadendo la città. “Non dobbiamo permettere che questo clima prenda piede. Le stragi sono sempre state precedute da questo tipo di tensione e dobbiamo rimanere uniti per contrastarlo”, ha avvertito Milani, invitando anche a prestare attenzione a come i rigurgiti neri si stiano verificando in città (Brescia e Bologna) che hanno subito stragi fasciste oggi interessate da processi che stanno indagando le diverse responsabilità. 

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La politica: interrotto anche il consiglio comunale

Per la manifestazione si è interrotto anche il consiglio comunale, in corso dalle 8,30 del mattino per trattare nodi importanti, dalla gestione dei rifiuti alla programmazione di bilancio. Interruzione avvenuta non senza qualche intoppo: il centrodestra, Fratelli d’Italia in testa, ha provato a opporsi alla sospensione proposta verso le 16,30 dal capogruppo Pd Roberto Omodei. “Non è mai successo che si sia interrotto un consiglio comunale per una manifestazione – ha sentenziato Mattia Margaroli (FdI) – Il nostro compito è quello di lavorare in aula, chi vuole può andare. La proposta finisce ai voti: l’opposizione ha votato compattamente contro, ma il sì altrettanto compatto del centro sinistra ha infine sancito la sospensione. 

Il voto unanime dell’aula si è invece raggiunto in serata in relazione all’ordine del giorno promosso dai capigruppo di maggioranza Roberto Omodei (Pd), Valentina Gastaldi (Brescia Attiva) e Francesco Catalano (Al lavoro con Brescia), proprio in relazione alla comparsa delle svastiche in città. Il testo impegna il Consiglio comunale non solo a condannare “il vile atto delle deturpazioni messe a segno nella notte tra il 17 e il 18 dicembre, che oltraggia la memoria della città nonché la sua storica e radicata adesione ai valori costituzionali”, ma anche a “condannare ogni richiamo all’ideologia nazista e fascista”, a “esprimere preoccupazione e condanna per ogni forma di revisionismo storico e di riabilitazione dell’ideologia nazifascista, dei suoi nefasti ideali, dei suoi slogan, della sua storia e delle sue biografie, promossa anche da organizzazioni neofasciste, e che non può collocarsi nel confronto plurale tra forze democratiche garantito dalla Costituzione”. In ultimo, a riconoscersi “nei valori repubblicani e costituzionali dell’antifascismo”. Il documento ha circolato sottobanco durante tutta la giornata consiliare, con l’obiettivo di ottenere la firma di tutti i consiglieri. Tra i presenti l’obiettivo è stato raggiunto; tra le mancanti spicca comunque quella del consigliere FdI Carlo Andreoli, assente in aula, che questa estate, in occasione della proiezione in città dell’inchiesta di Fanpage sui giovani di Fratelli d’Italia, aveva dichiarato di non definirsi “antifascista”. 

 



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