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Vita Chiesa
Accanto al santuario francescano uno spazio di silenzio libero e sempre aperto: le storie di chi lo frequenta
Vorresti fare un ritiro, ma non sai dove andare. Magari non hai neanche qualcuno con cui partire oppure ti stai riavvicinando alla Fede proprio adesso e avresti bisogno di un po’ di silenzio. Non sarebbe male poi se ci fosse qualcuno lì per te a spiegarti quel passo del Vangelo del giorno che proprio non capisci. Costo zero, se non per l’offerta libera da lasciare per sostenere il progetto, quando vuoi e per quanto vuoi, al La Verna c’è la Casa di preghiera per giovani fino ai 35 anni. Basta chiamare il numero di telefono dedicato, 3317709651 per chiedere la disponibilità, caricare la spesa in macchina, prendere lenzuola e sacco a pelo e mettere in moto. Per il resto, c’è da affidarsi un po’ alla Provvidenza. Chi si trova? A volte nessuno, a volte tanta gente intorno allo stesso tavolo. A volte qualcuno che parte, a volte qualcuno che arriva. Tanti sono d’accordo, però, nel dire di aver trovato ogni volta ciò di cui avevano bisogno.
Le proposte liturgiche del santuario, a scandire il tempo della giornata, sono indicate sulla porta e un frate e una suora sono a disposizione per spezzare la Parola del giorno, che viene condivisa la sera durante la compieta. Ultimo mese poi quello di dicembre per ricevere prima del Giubileo, di nuovo o per la prima volta, l’indulgenza plenaria concessa per gli ottocento anni dalle stimmate di Francesco.
Tra i giovani inquilini c’è chi è sempre cresciuto nella famiglia francescana e inizia adesso a fare capolino nella casa, chi da sempre nella Chiesa riscopre un cammino di fede più vivo e tante, tante storie di riavvicinamenti alla vita di fede più o meno improvvisi, che anche in chi ha una storia lineare non smettono di suscitare una certa gioia mista a stupore. «Dopo il diploma ho vissuto uno dei momenti più bui della mia vita» racconta Giacomo Teucci, 27 anni, di Siena. «Ero entrato in un giro di amicizie sbagliate, mi ero avvicinato alla droga e avevo vissuto il lutto di un amico che era in quel giro. Per questo ero un’anima inquieta». La chiesa, l’oratorio e gli scout «dai 15 anni, li avevo lasciati perdere: preferivo la discoteca» dice. «Per riconciliarmi con Gesù – continua – ho avuto bisogno di conoscere Francesco», del quale in Casa di preghiera ha seguito le orme. «Dopo aver vissuto qualche periodo nella Casa piano piano mi sono rimesso in piedi. Tornavo una persona nuova tutte le volte che ci andavo, tutte». Oggi? Francesco, scendendo da lì sarebbe voluto tornare dai lebbrosi. Giacomo, stando lassù, ha capito che il suo lavoro «era nel sociale, perché non ho mai aiutato me stesso se non aiutando gli altri» ed è diventato «animatore socio-educativo in un centro per giovani, operatore di strada e, in più, seguo privatamente un ragazzo autistico».
Molto in ricerca era anche Andrea Basteri, 33 anni, di Massa Carrara, quando arrivato al santuario un frate gli ha mostrato la Casa «e io ho preso le cose che avevo nell’ostello a Chiusi e sono andato a dormire là». «Non è che frequentassi molto la Chiesa, non ero praticante. Il mio cammino però è ripartito e ho trovato un prezioso supporto nei frati anche dopo il Covid» dice. «Ancora non ho trovato occasioni per condividere la fede nel mio territorio – continua – ma mi piacerebbe scoprirne». Tornare al La Verna, nel frattempo, «resta sempre bellissimo: insieme agli altri approfondisci le amicizie, da solo sei tutto intero per il Signore». E forse «tra i momenti più belli che ho vissuto lì ce n’è uno in cui La Verna si era completamente svuotata: c’eravamo solo io, i frati e tre turisti al giorno. Era tutta per me» racconta.
C’è poi anche chi in chiesa ci andava, «ma per abitudine o per passare il tempo» dice di sé Rebecca Bertozzi, 23 anni di Viareggio. «Studiando Scienze religiose, sono diventata più cosciente di tanti aspetti della fede, ma non mi lasciavo andare nella relazione col Signore» spiega. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, «ho fatto il salto di qualità – dice – e ora ogni anno è pieno di esperienze nuove». Tra queste la Casa di preghiera, «dove posso staccare dalla vita di tutti i giorni e ricollegarmi con me stessa e con Dio», ma anche «dare vita a nuove amicizie e approfondire quelle che già ho». La Verna era un posto che già conosceva, «ogni volta però la guardo con occhi nuovi. In un posto così piccolo possono succedere un sacco di cose al tuo cuore».
Tanto che anche Sofia Tremolanti, di Buti, in provincia di Pisa, 18 anni e una vita nella famiglia francescana, ha scoperto qualcosa che in nessuna occasione aveva trovato: «Concluse le varie esperienze, non sapevo come calarle nella vita di tutti i giorni. Dalla Casa di preghiera, invece, mi porto il desiderio di ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica». Cosa che già a La Verna «inizia dai piccoli gesti di servizio in Casa: chiedere a qualcuno come sta, accendere il fuoco nel camino». «Sono scesa dal monte con speranza – continua –: quella di poter riuscire a portare questo Amore e questa bellezza di cui ci nutriamo anche a chi à fuori non sa chi è Dio e non crede». Chissà che poi un giorno non decida di salire a La Verna a sua volta…
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