Dal Parco della Salute a Novara e Cuneo. I progetti nella Sanità della famiglia Dogliani

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C’è anche un po’ di Cuneese nella realizzazione del nuovo ospedale di Novara. O meglio, della nuova Città della Salute e della Scienza. Perché l’unica offerta presentata alla chiusura del bando, venerdì, è stata quella di un raggruppamento temporaneo d’imprese guidato dal Gruppo Dogliani. L’azienda della holding fondata dall’imprenditore di Narzole Matterino Dogliani (che già aveva «firmato» il Regina Montis Regalis a Mondovì). L’ufficialità ancora non c’è, ma la conferma è arrivata a La Stampa dal Gruppo. «Confermo che abbiamo presentato l’offerta – ha detto Claudio Dogliani -. Non è stata un’impresa semplice, ma confidiamo di aver risposto correttamente a tutto quello chiesto nel bando».

Ora la stazione appaltante – l’Ospedale Maggiore di Novara – deve valutare, attraverso un «seggio di gara», se i documenti presentati da ogni società del Rti sono corretti. Una commissione studierà la «congruità» del progetto esecutivo, l’unica «avversaria» della proposta: non c’è il rischio di ricorsi, essendosi presentata una sola candidatura.

I costruttori cuneesi realizzeranno anche il Parco della Salute di Torino. Ma sono in causa al Tar per la «bocciatura» – da parte della Regione – della proposta di Partenariato pubblico-privato presentato per progettare e costruire il nuovo S. Croce di Cuneo. Un iter avviato con la lettera inviata il 18 maggio 2022 da «Inc spa» (la stessa realtà industriale) per proporsi. Quadro economico: un importo complessivo dell’investimento pari a 369,4 milioni di euro e un contributo pubblico di 121,9. L’Aso – come da procedura – ha trasmesso la missiva alla Direzione Sanità della Regione, che l’ha rimessa all’Ires, per verifica tecnica, economico-finanziaria e giuridica. Ma di lì in poi, secondo le ricostruzioni del ricorso al Tar e delle memorie dei legali dell’Aso, ci si troverebbe davanti a diverse interpretazioni. Per l’Ospedale, ci sarebbe stata via via la segnalazione all’impresa di carenze e criticità (con il supporto degli advisor), fino alla «valutazione di convenienza» negativa della Regione, il 25 settembre 2024. E la conseguente presa d’atto dell’Aso, il 30. Per la Inc, invece, molti passaggi e documenti non sarebbero stati condivisi, mentre ogni richiesta di adeguamento sarebbe stata accolta: dunque il «no» sarebbe una sorta di sorpresa.

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Il risultato è che, per realizzare il nuovo S. Croce con i soldi pubblici Inail, l’Aso deve predisporre in fretta la gara di progettazione. La Regione ha stanziato 20 milioni e gli uffici dell’Azienda ospedaliera sono al lavoro (e pare in grado di rispettare tempi, per inizio gennaio), ma come pubblicare il bando, in pendenza del ricorso? Che peraltro, per la discussione nel merito, potrebbe risolversi solo in primavera. Un problema nuovamente affrontato in Consiglio comunale a Cuneo, con l’ulteriore interpellanza di Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia): «Ripartiamo da capo, 5 anni persi per la costruzione, compreso un ulteriore grave ritardo di 2 anni per il respingimento del Ppp e il conseguente ricorso al Tar. E si riparte senza chiarezza. Occorre sapere con certezza se l’Aso abbia rispettato tempi e modi nel respingimento alla proposta, per scongiurare il rischio di risarcimento da 10 milioni 880 mila euro chiesto da Inc».

Intanto continua l’attività dell’attuale S. Croce, dove Gianluigi Guano, responsabile del Controllo Gestione e Prevenzione della Corruzione e Trasparenza, è stato nominato a capo della Direzione Sanitaria di presidio. Mentre il responsabile di Pneumologia, Alessio Mattei, è stato eletto presidente regionale dell’Associazione italiana pneumologi ospedalieri: il reparto è entrato nel percorso di certificazioni per «formare esperti in disturbi respiratori del sonno e in supporti respiratori non invasivi nell’insufficienza respiratoria acuta, ambiti in cui la struttura è riferimento nazionale». E il direttore di Cardiologia, Roberta Rossini, è stata scelta per scrivere, con il presidente dei cardiologi interventisti Alfredo Marchese, un «commento sulle linee guida europee in merito alla diagnostica invasiva e non invasiva della cardiopatia ischemica». Il direttore generale, Livio Tranchida: «Riconoscimenti importanti che sottolineano il livello di preparazione dei nostri professionisti impegnati quotidianamente a garantire l’eccellenza nei percorsi di cura dei pazienti».



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