Vittoria fondamentale per il morale, per le consapevolezze e per la classifica di una Dinamo Sassari che dopo le certezze acquisite di ritorno dalla vittoriosa trasferta contro Venezia, ha rischiato di vederle sgretolarsi in seguito al ko casalingo contro Reggio Emilia. Il successo contro Treviso è di quelli importanti nel percorso dei ragazzi di Nenad Markovic, ma allo stesso tempo va saputo interpretare con attenzione e lucidità. Perché sebbene i due punti portati a casa sono oro che cola per i sassaresi, ci sono alcuni aspetti su cui lavorare.
Momento
Dall’approccio sbagliato in avvio da gara, passando per quello quasi perfetto di ritorno dall’intervallo lungo. La Dinamo versione “Dottor Jekyll e Mr. Hide” scesa in campo contro Treviso è la sintesi perfetta del momento vissuto dai sassaresi. Una squadra capace di folate importanti, dando dimostrazione di poter giocare a un buon ritmo e livello, ma allo stesso tempo un gruppo che spesso e volentieri si fa sopraffare dai propri fantasmi con conseguenti blackout a mettere a rischio il match. “Al momento siamo nella terra di nessuno, alle volte facciamo cose ottime, altre volte cose terribili. Difficile dire se siamo da playoff o da lotta salvezza”, questo il commento di coach Markovic sul momento vissuto dalla sua Dinamo. Un rendimento incostante ma che il tecnico bosniaco ha saputo indirizzare dalla giusta parte nell’intervallo lungo del match contro Treviso, dimostrando di avere controllo sullo spogliatoio e di avere polso nel sapere quali corde toccare per ridare energia ai suoi. Segnale importante, ma allo stesso tempo di quelli che lasciano rabbia all’allenatore biancoblù perché quanto preparato in settimana, in particolare sotto l’aspetto dell’atteggiamento, non lo ha poi rivisto in avvio di gara. Situazione che anche lo stesso tecnico ha faticato a comprendere e che andrà capita il prima possibile per riuscire ad arrivare a quella continuità di rendimento tanto desiderata.
Mentalità e percorso
La sfida contro Treviso, per fisicità e caratteristiche degli avversari non era delle più semplici per la Dinamo. Questo si è visto anche a rimbalzo con il 21-38 sotto canestro a favore della formazione ospite a evidenziare quello che al momento è l’aspetto su cui serve lavorare maggiormente in termini di campo. Perché come il Banco ha cominciato ad applicare meglio questo fondamentale, i sassaresi hanno trovato margine e ritmo per indirizzare la gara a proprio favore. Lavoro da compiere che va al di là delle caratteristiche dei lunghi di Markovic, quanto più in termini di grinta e attitudine in quella determinata situazione di gioco. Perché se Bendzius (6) ha raccolto il doppio dei rimbalzi di Halilovic (3) e il triplo di quelli di Renfro (2) qualcosa in più dal bosniaco e dall’americano è lecito aspettarsi. Situazione che allo stesso tempo si è rifatta in occasioni di tiro in più concesse agli avversari, permettendo a Treviso di rientrare prepotentemente in gara, realizzando 94 punti e andando a pochi centimetri dalla vittoria. Così come la Dinamo è nella terra di nessuno, per citare coach Markovic, allo stesso modo il 96-94 contro Treviso va preso guardando sia il bicchiere mezzo pieno che quello mezzo vuoto. Sassari ha dimostrato che, se vuole e se mette il carattere visto dal 20′ in poi, può dare filo da torcere a chiunque. Ora però serve farlo con continuità e non a gare o momenti del match alterni. Un percorso di crescita che passa dalla costruzione di certezze ma allo stesso tempo anche dalla scelta del tipo di percorso che si vuole fare. Giusto cercare la continuità, giusto dare equilibrio e costanza in termini di risultati, ma allo stesso modo per capire chi si vuole essere serve capire che tipo di stagione vivere: lottare per i playoff o vivacchiare per la salvezza senza ambizioni o voglia di stupire?
Andrea Olmeo
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