Ferrara, la delibera comunale contro Forza Nuova è incostituzionale ! Un’analisi giuridica

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Recentemente, il Comune di Ferrara ha approvato una delibera con l’intento di contrastare le attività di Forza Nuova sul territorio cittadino. Il provvedimento, che si inserisce in un contesto politico e sociale di crescente attenzione verso i movimenti di estrema destra, ha però sollevato interrogativi sulla sua legittimità costituzionale. Gli oppositori sostengono che il documento potrebbe entrare in conflitto con i principi fondamentali della Costituzione italiana, in particolare con quelli relativi alla libertà di associazione e di manifestazione del pensiero.

Cosa prevede la delibera?

La delibera vieta a Forza Nuova di organizzare eventi, comizi o manifestazioni in luoghi pubblici all’interno del Comune di Ferrara, sottolineando il carattere dichiaratamente neofascista del movimento. Essa si richiama ai principi sanciti dalla XII disposizione transitoria della Costituzione, che vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto Partito Fascista, e alla legge Scelba del 1952, che ne specifica le modalità di attuazione.

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Secondo i sostenitori del provvedimento, Forza Nuova incarna un’eredità ideologica che potrebbe essere ricondotta a tale riorganizzazione, legittimando così l’intervento del Comune. Tuttavia, la delibera non si limita a condannare ideologicamente il movimento, ma introduce un divieto generale, una misura che secondo alcuni giuristi potrebbe configurare un eccesso di potere e una violazione di diritti costituzionalmente garantiti.

Le ragioni dell’incostituzionalità

L’accusa di incostituzionalità si basa su due principi fondamentali:

1. Libertà di associazione (art. 18 Costituzione):

La Costituzione italiana garantisce la libertà di associazione, salvo per le organizzazioni che perseguono scopi vietati dalla legge penale. Nel caso specifico, il movimento Forza Nuova non è stato formalmente dichiarato illegale da alcuna sentenza giudiziaria. La delibera del Comune di Ferrara potrebbe, quindi, configurarsi come un atto arbitrario che supera i limiti delle competenze amministrative, invadendo il campo di decisioni riservate all’autorità giudiziaria.

2. Libertà di manifestazione del pensiero (art. 21 Costituzione):

L’articolo 21 garantisce a tutti i cittadini il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni, anche quando queste siano controverse o minoritarie. Limitare la possibilità di manifestare il proprio pensiero senza un chiaro fondamento giuridico potrebbe costituire una violazione di questo diritto fondamentale, aprendo la strada a un pericoloso precedente per altre formazioni politiche.

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La XII disposizione transitoria e la legge Scelba rappresentano senza dubbio un baluardo contro la rinascita del fascismo in Italia. Tuttavia, il loro utilizzo deve avvenire in un quadro normativo e procedurale ben definito. Solo una sentenza giudiziaria può dichiarare un’associazione sovversiva o fascista, e non un organo politico come un consiglio comunale. L’adozione di misure preventive da parte del Comune, senza un previo accertamento legale, rischia di violare il principio di separazione dei poteri, esponendo la delibera a una possibile impugnazione per illegittimità.

Precedenti e rischi giuridici

Provvedimenti simili, adottati in altre città italiane, hanno spesso incontrato ostacoli giuridici. Ad esempio, in passato, alcune ordinanze contro le manifestazioni di Casapound sono state annullate dai tribunali amministrativi regionali, proprio perché ritenute lesive dei diritti costituzionali.

Se la delibera di Ferrara venisse impugnata, è plausibile che un TAR possa dichiararla illegittima per eccesso di potere o violazione dei diritti fondamentali. Un simile esito non solo indebolirebbe il provvedimento stesso, ma potrebbe fornire a Forza Nuova un’arma retorica per presentarsi come vittima di una persecuzione politica, con effetti contrari a quelli sperati dal Comune.

Conclusioni

Pur condividendo la necessità di vigilare contro la diffusione di ideologie neofasciste, è fondamentale che tali interventi avvengano nel rispetto della Costituzione e delle leggi vigenti. La delibera del Comune di Ferrara, pur animata da nobili intenti, rischia di cadere nell’arbitrarietà e di creare un precedente pericoloso per la tenuta dei diritti fondamentali.

La lotta contro i movimenti estremisti non può prescindere dall’uso degli strumenti giuridici previsti, affidando il giudizio sulle associazioni a tribunali competenti, e non a decisioni amministrative locali. Solo così è possibile tutelare la democrazia senza comprometterne i principi fondanti.

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