giudici coinvolti nel caso Pittelli tornano a Catanzaro

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Trasferiti per incompatibilità ambientale dal Csm a novembre del 2022 con 17 voti a favore e sei astenuti.
Ora il Tar del Lazio ha annullato tutto aggrappandosi ad un cavillo, per questo i magistrati Giuseppe Perri e Pietro Scuteri potranno tornare a svolgere le loro funzioni alla Corte di Appello di Catanzaro dove si aprirà il 3 febbraio del 2025 il processo di secondo grado che ha tra gli imputati Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia.
Questo nome è il fulcro della questione.
In base alla delibera – relatore era il consigliere Benedetti Alberto Maria – ai due giudici è stato contestato di avere avuto “rapporti di non distaccata frequentazione con Giancarlo Pittelli” (condannato a 11 in primo grado al maxi processo ‘Rinascita Scott’) durante i quali si sarebbero occupati di procedimenti patrocinati dall’avvocato. Secondo il Csm, sarebbero stati potenzialmente in grado di compromettere la possibilità di svolgere, “in maniera serena, indipendente ed imparziale, anche sul piano della percezione esterna e della necessaria credibilità”, le loro funzioni nel settore penale della Corte d’appello di Catanzaro.
I due giudici avevano chiesto di essere trasferiti nel settore civile della Corte d’Appello ma la proposta era stata respinta dal Plenum che ha deciso per il trasferimento dei due magistrati.
In queste brevi righe il Tar e il Consiglio di Stato, che hanno annullato il provvedimento, hanno trovato il l’aggancio legale per far annullare la delibera dell’organo di autogoverno: il Csm, come riportato dal ‘Fatto Quotidiano’, secondo i giudici amministrativi, non poteva mandarli a Reggio di sua iniziativa, ma avrebbe dovuto farlo accogliendo una loro richiesta, avanzata apposta per evitare “l’onta” del trasferimento d’ufficio. Un problema quindi di forma, non di sostanza.


La cena con Pitteli

Tra le altre cose, come è emerso dalle indagini del processo Rinascita Scott – nel quale Pittelli è imputato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa – il 16 marzo del 2018 i due, all’epoca entrambi giudici per le indagini preliminari al tribunale di Catanzaro, hanno partecipato a una cena a casa dell’ex parlamentare azzurro. Una cena assai singolare in cui, secondo quanto riportato dal documento della seduta plenaria, avrebbero partecipato anche (oltre a Pittelli, Scuteri e Perri) “Nicola Durante, all’epoca dei fatti magistrato del T.a.r. di Catanzaro, gli avvocati del Foro di Catanzaro Fabrizio Costarella, Giacomo Carbone, Giuseppe Fonte, Vincenzo Galeota e Giovanni Merante, il dott. Domenico Meddis, odontoiatra, e il colonnello dei Carabinieri Francesco Merone, all’epoca Comandante del reparto comando della Legione Calabria. Erano stati invitati a tale cena anche Antonio Saraco, all’epoca dei fatti consigliere della Corte d’appello di Catanzaro e attualmente consigliere della Corte di Cassazione, il quale aveva partecipato ad una pregressa cena sempre organizzata dall’avv. Pittelli ma per quella sera aveva declinato l’invito perché aveva un altro impegno, il dott. Beniamino Calabrese, avvocato generale presso la Corte d’appello di Catanzaro, il quale aveva inizialmente accettato l’invito ma poi non si era sentito bene e aveva declinato l’invito”. Poiché sul telefono portatile dell’avvocato Pittelli all’epoca era stato installato un ‘trojan’, gli inquirenti avevano potuto ascoltare il contenuto delle conversazioni svoltesi prima e durante la cena: conversazioni relative a tematiche di carattere generale, sociale e politico, ma pure a vicende di natura giudiziaria,  “trascorse e attuali”, e all’operato “di diversi magistrati” operanti nel distretto di Catanzaro tra cui il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri. Prima dell’inizio della cena, Pittelli, parlando con due avvocati, si era riferito a “non meglio precisate cene a Roma” e aveva detto di essersi recato nella sede “delle logge massoniche romane”, come riporta il documento di delibera. Nel documento si fa riferimento anche “ad una visita dello stesso avvocato Pittelli al Supercarcere de L’Aquila per trovare il signor Piromalli e ad alcune questioni che Piromalli avrebbe riferito a Pittelli. Si fa poi riferimento, sempre da parte di Pittelli, ad una situazione che gli sarebbe capitata al carcere di Catanzaro: Pittelli riferisce che ‘un grande mafioso, un grosso mafioso, mi aveva detto: ‘avvocà, se volete candidarvi voi alla Regione, lo ritiriamo a Scopelliti'”.

Fonte: Ilfattoquotidiano.it

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