Successi e sfide del disarmo chimico

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Da quando, nel 2018, ho assunto l’incarico di Direttore generale dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons, OPCW), che sovrintende all’attuazione della Convenzione sulle Armi Chimiche (Chemical Weapons Convention, CWC), il mondo, l’Ue e l’OPCW hanno attraversato cambiamenti significativi.

Nel luglio 2023, l’Organizzazione ha raggiunto un’importante tappa storica: negli Stati Uniti si è completata la distruzione di tutte le scorte di armi chimiche dichiarate a livello mondiale. Questo traguardo ha segnato l’eliminazione di un’intera categoria di armi di distruzione di massa. Nel frattempo prosegue il nostro impegno nella verifica della distruzione delle armi chimiche abbandonate dal Giappone in Cina alla fine della Seconda guerra mondiale. Rimangono da eliminare oltre 100.000 ordigni chimici, contenenti agenti tossici ed esplosivi, nella maggior parte dei casi ancora attivi. A tal fine, Cina e Giappone continuano a profondere considerevoli sforzi tecnici e umani, oltre a destinarvi ingenti risorse finanziarie.

A livello globale, la Convenzione sulle armi chimiche rimane il trattato di disarmo con più adesioni al mondo, con 193 Stati membri. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, l’uso e la minaccia dell’uso di armi chimiche continuano a rappresentare una preoccupazione costante per la comunità internazionale. Nell’ultimo decennio, casi documentati di utilizzo sono emersi in Iraq, Malesia, Siria, Russia e Regno Unito. In particolare, il nostro lavoro in Siria è iniziato nel 2013 e non è ancora terminato. Continuiamo a occuparci del dossier sulle armi chimiche siriane attraverso tre team: il Declaration Assessment Team (DAT), la Fact-Finding Mission (FFM) e l’Investigation and Identification Team (IIT).

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Siria e Ucraina sotto osservazione

Da oltre 10 anni, il DAT lavora per chiarire le lacune della dichiarazione iniziale della Siria. Delle 26 questioni identificate dal Segretariato, solo 7 sono state risolte, mentre 19 rimangono in sospeso, alcune delle quali destano serie preoccupazioni. Due di queste questioni riguardano il possibile sviluppo e la produzione su larga scala di armi chimiche. La Siria sostiene che ciò potrebbe essere avvenuto in due siti dichiarati legati alle armi chimiche, dove però non sarebbero state svolte attività. Gli ispettori dell’Organizzazione hanno rilevato elementi significativi in questi siti e hanno posto domande alla Siria, alle quali finora non è stata fornita una risposta adeguata.

La FFM, dal canto suo,è impegnata nella raccolta di informazioni e nell’analisi dei dati relativi a cinque gruppi di accuse, che riguardano oltre 15 incidenti. Per quanto riguarda l’IIT, ad oggi ha pubblicato quattro rapporti, nei quali le Forze armate siriane sono state identificate come utilizzatrici di armi chimiche in cinque casi, mentre il gruppo terroristico ISIL è stato individuato in un caso. Il team continua le sue indagini e pubblicherà ulteriori rapporti a tempo debito. 

L’identificazione dell’ISIL come autore di attacchi chimici in Siria evidenzia anche il rischio sempre presente rappresentato da attori non statali. L’Organizzazione dispone di un gruppo di lavoro aperto dedicato al terrorismo, che continua a svolgere un ruolo importante negli sforzi dell’Organizzazione per contrastare il terrorismo chimico.

 

In Ucraina, entrambe le parti in conflitto hanno formulato numerose accuse reciproche di uso di armi chimiche, inclusi agenti chimici antisommossa. Per la prima volta nella storia dell’OPCW, due Stati membri dell’Organizzazione sono in guerra e si accusano a vicenda di aver utilizzato armi chimiche. Ovviamente, l’uso di qualsiasi sostanza chimica tossica in guerra è vietato dalla Convenzione, così come l’impiego di agenti chimici antisommossa come metodo di guerra.

Il Segretariato dell’Organizzazione ha fornito assistenza e protezione all’Ucraina, su sua richiesta, offrendo formazione e consulenza agli esperti, nonché l’acquisto di apparecchiature di protezione e rilevamento.

 

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Disarmo chimico e intelligenza artificiale

La rapida evoluzione delle scienze e delle tecnologie presenta nuove sfide. Per mantenere un adeguato livello di preparazione tecnica per il futuro e rispondere alle continue esigenze degli Stati membri, l’Organizzazione deve adattarsi a questi cambiamenti. 

Lo scorso anno è stato inaugurato il nuovo Centro per la Chimica e la Tecnologia dell’Organizzazione, che è già pienamente operativo. Il centro ha migliorato la nostra capacità di mantenere un solido regime di verifica, condurre ricerche, analisi e formazione, e offrire programmi di sviluppo delle capacità agli Stati contraenti.

Dopo un anno di esplorazione e valutazione per una maggiore comprensione dell’intelligenza artificiale (IA), il Consiglio esecutivo dell’Organizzazione ha deciso di inserire un punto all’ordine del giorno sulle “tecnologie emergenti” in tutte le sue future sessioni.

Il Segretariato dell’Organizzazione ha adottato un approccio proattivo, poiché la tecnologia trasversale dell’IA ha un impatto su diverse aree molto rilevanti per noi. In particolare, grazie alle tecnologie dell’IA è possibile sviluppare nuove formule di sostanze chimiche estremamente pericolose. Attualmente, per produrre queste sostanze, sono necessari ingenti mezzi finanziari, attrezzature speciali e competenze elevate, rendendo la produzione un compito estremamente difficile per gli attori non statali. Tuttavia, il rapido sviluppo dell’IA suggerisce che, anche se non possiamo prevedere esattamente quando, presto la produzione alimentata dall’IA sarà accessibile a un maggior numero di persone.

Nel giugno di quest’anno, abbiamo avviato un progetto di ricerca per esplorare i benefici che l’IA potrebbe apportare alla Convenzione sulle armi chimiche e al funzionamento dell’OPCW. A luglio, ho annunciato la mia decisione di istituire un Gruppo di lavoro temporaneo per l’IA, in linea con le raccomandazioni del Comitato scientifico consultivo.

Nell’ottobre di quest’anno, il Marocco e la CWC hanno co-organizzato la prima “Conferenza globale sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel progresso dell’attuazione della CWC”. La conferenza, che ha visto la partecipazione di oltre 160 partecipanti provenienti da 46 Stati membri, ha sottolineato che l’intelligenza artificiale apporterà significativi cambiamenti concettuali e pratici all’attuazione della Convenzione. I suoi risultati guideranno gli sforzi del Segretariato e degli Stati membri per adattarsi alla nuova realtà. 

L’OPCW deve rimanere vigile e adattabile. Il nostro lavoro è tutt’altro che concluso e continua. Il pieno sostegno degli Stati membri e della comunità internazionale è essenziale per garantire che la CWC continui a essere un efficace strumento di controllo degli armamenti. Abbiamo la responsabilità di proteggere l’eredità che ci è stata affidata attraverso questo strumento di pace e sicurezza chiamato OPCW.

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