Veneto, il mercato dell’auto è inchiodato: l’elettrico non decolla e il business dell’usato doppia le immatricolazioni

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di
Gianni Favero

In regione le vetture elettriche vendute a novembre sono state 448 (erano 566 un anno fa) e valgono poco meno del 5% del totale, dato che scende al 2,8% se si analizza l’ «ibrido plug-in»

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Su come si stia muovendo il mercato dell’auto in Italia ci sono pochi misteri, le statistiche rispecchiano bene la percezione che si ha rivolgendo uno sguardo alle vetture in circolazione in qualsiasi punto del paese. Il fenomeno vale in tutte le regioni e il Veneto non si discosta dalla tendenza generale. L’elettrico non si alza dai pochi punti percentuali fino ad oggi rilevati sul totale delle nuove immatricolazioni e, anzi, diminuisce ancora. Nella nostra regione le vetture puramente elettriche vendute a novembre sono state 448 (erano 566 un anno fa) e valgono poco meno del 5% del totale, dato che scende al 2,8% se si analizza l’ «ibrido plug-in» (le auto che hanno anche un motore endotermico e la cui componente elettrica va comunque ricaricata con lo spinotto). L’altro ibrido, quello più tradizionale (elettrico che si ricarica senza spina ed ha con un motore a benzina) invece progredisce ed oggi rappresenta la maggioranza delle nuove messe su strada, oltre il 40%. Ma stiamo parlando di elettrico per modo di dire. Scendono, infine, come da previsione naturale, le motorizzazioni totalmente a benzina (26%) o diesel (10%), ma il dato che vale su tutti è che il numero di chi affronta la spesa per un’automobile nuova aumenta ma in modo quasi impercettibile.

I numeri

Secondo i dati Unrae (l’Unione dei rappresentanti di autoveicoli esteri), tra gennaio e novembre in Veneto si sono venduti 98.935 mezzi contro i 96.758 dello stesso periodo del 2023, vale a dire il 2,25% in più rispetto ad un anno in cui la progressione era stata a due cifre (+18,7%) per quanto su valori ancora lontani da quelli del 2019, ultimo anno prima della pandemia. Limitando l’osservazione al mese di novembre il dato va in negativo (-2,84%), e tutto ciò senza tener conto delle «autoimmatricolazioni», cioè dei veicoli acquistati direttamente dalle concessionarie e poi messi in vendita come «km0». Al netto di queste, tutto scende in negativo a doppia cifra.




















































I listini

La questione di fondo rimane il passaggio dall’endotermico all’elettrico, argomento che pare non risolversi e che, perciò, contribuisce ad aumentare l’incertezza dei consumatori facendo rimandare il più possibile l’acquisto di una nuova auto. È una fase che non sorprende Francesco Zirpoli, docente di economia e gestione dell’innovazione all’università Ca’ Foscari di Venezia. «L’elettrico – fa presente – è una proposta ancora in fase di introduzione, manifesta una curva iniziale di accelerazione seguita da un momento di stallo. È tutto previsto nei modelli della diffusione della tecnologia». Ma da non perdere di vista è lo scenario più generale: se non si vende l’elettrico anche l’endotermico cala e questo, prosegue Zirpoli, «deriva da motivazioni più generali che non riguardano la tecnologia in senso stretto. Negli ultimi 20 anni i listini delle automobili sono aumentati mediamente del 66% a fronte di un incremento dell’inflazione del 38%. Per molte fasce della popolazione, soprattutto nel Sud Europa, un’auto nuova è diventata un bene inaccessibile». Una questione di costi di produzione connessi all’energia, materia prima, trasporti e altro, certamente. Ma anche di scelte delle case produttrici, soprattutto europee, di spostare il proprio portafoglio prodotti verso l’alto di gamma. Meno stabilimenti e minore manodopera per fabbricare poche auto che, però, facendo i conti, restituiscono più margini e (come si è visto con Stellantis) più utili per gli azionisti. «Sono quasi sparite le utilitarie, abbordabili dai redditi bassi, e non è un caso se questo segmento abbandonato da Opel, Peugeot, Volkswagen o Stellantis – chiude il professore – ora sia territorio libero per i car maker asiatici».

L’offerta nel 2025

Ma cosa ci riserva il 2025? «Stanno arrivando sul mercato auto elettriche e ibridi plug in con più autonomia e prezzo inferiore – assicura Giorgio Sina, presidente del gruppo Confcommercio Federmotori Veneto – cioè tra il 25 e i 35 mila euro, ideali per spostamenti brevi. Case come Hyundai, Kia Renault, Volvo e Stellantis lo hanno annunciato e potrebbe essere l’inizio di una svolta». Relativamente, infine, al mercato dell’usato, i numeri dei passaggi di proprietà viaggiano tra il doppio ed il triplo delle immatricolazioni di auto nuove. Il boom registrato da un paio d’anni continua. «I movimenti tra privati ci dicono che l’automobile di seconda o terza mano è ancora una scelta diffusa e che riflette l’indecisione su cosa comperare. Va però osservato – conclude Sina – che dai primi anni del post-Covid, in cui l’automobile già navigata, in mancanza di pezzi nuovi, era ricercatissima, ora anche questa dinamica si è parecchio raffreddata».

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