Smog in Pianura Padana: Il 2025 inizia con l’allarme polveri sottili

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Il nuovo anno si apre con un problema che purtroppo è tutt’altro che nuovo: la qualità dell’aria in Pianura Padana. Dopo un 2024 caratterizzato da piogge abbondanti e da un miglioramento generale della qualità atmosferica, la situazione si è rapidamente deteriorata negli ultimi mesi dell’anno. A lanciare il grido dall’allarme è Legambiente.

Un anno di contrasti: il miglioramento del 2024 e il peggioramento di fine anno

Secondo i dati forniti da ARPA Lombardia e analizzati da Legambiente, il 2024 è stato uno degli anni migliori per la qualità dell’aria grazie a condizioni meteorologiche favorevoli. La pioggia ha giocato un ruolo cruciale, abbattendo e disperdendo gli inquinanti atmosferici. Tuttavia, questa “tregua” climatica non può essere attribuita a strategie strutturali di mitigazione, come sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia: “Le politiche per la qualità dell’aria dimostrano la loro efficacia nel tempo, ma è evidente che il traino principale viene dalle normative europee. Le regioni e le città devono ancora dimostrare un vero protagonismo attraverso investimenti e azioni incisive.”

La Pianura Padana rimane l’area più inquinata d’Europa, un triste primato che riflette le debolezze nella gestione integrata del territorio. Settori come mobilità, riscaldamento civile e agricoltura continuano a contribuire significativamente alle emissioni di polveri sottili e altri inquinanti.

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Milano e i capoluoghi della bassa pianura: i peggiori risultati

Nonostante il miglioramento medio dei dati annuali, alcune città hanno registrato un netto peggioramento rispetto al 2023. Milano, in particolare, è in testa alla classifica negativa, con 68 giornate di smog oltre la soglia critica di 50 microgrammi per metro cubo di PM10, rispetto alle 49 giornate del 2023. Seguono Cremona con 57 giornate e altri capoluoghi della bassa pianura, tutti ben oltre il limite normativo di 35 giornate annue consentite.

Piccoli centri come Soresina (CR), lontani da grandi arterie stradali e industriali, evidenziano un’altra importante fonte di inquinamento: l’agricoltura intensiva. Con 75 giornate di smog, Soresina supera qualsiasi capoluogo lombardo, dimostrando l’impatto delle emissioni di ammoniaca derivanti dagli allevamenti intensivi. Questo gas è un precursore chiave del particolato fine, particolarmente problematico nei mesi invernali.

Alta Lombardia: una situazione migliore

Spostandosi verso le province settentrionali, la qualità dell’aria mostra segni di miglioramento. Città come Como (21 giornate di smog), Varese, Lecco e Sondrio registrano risultati nettamente migliori, con meno di 10 giornate oltre la soglia critica. Questi dati, pur positivi rispetto alla media della pianura, non bastano però a soddisfare i nuovi obiettivi europei che prevedono limiti ancora più stringenti per il PM10 e il PM2.5.

Le sfide future: nuove direttive europee e strategie regionali

Le nuove normative europee in materia di qualità dell’aria, che entreranno in vigore nei prossimi anni, rappresentano una sfida importante per l’Italia. Le politiche attuali sono insufficienti per raggiungere gli obiettivi stabiliti, come sottolinea Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia: “Non sarà possibile rispettare le nuove direttive UE senza un intervento strutturale nel sistema agrozootecnico della Pianura Padana. È necessario ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi, aggiornando tecnologie e processi e promuovendo un modello di produzione più sostenibile.”

Tra le misure suggerite da Legambiente ci sono la copertura delle vasche di liquami e il controllo degli spandimenti, oltre a un ripensamento generale del settore, per puntare a una produzione agricola più equilibrata e meno impattante.

La mobilità e il riscaldamento civile: un nodo cruciale

Parallelamente, occorre intervenire su altri settori chiave:

  1. Mobilità sostenibile: Promuovere il trasporto pubblico elettrico e incentivare la mobilità attiva (biciclette, pedoni) nei centri urbani.
  2. Riscaldamento civile: Accelerare la transizione verso impianti di riscaldamento più efficienti e meno inquinanti, sostituendo le vecchie caldaie a combustibili fossili.

Un invito all’azione

Il nuovo Piano Regionale degli Interventi per la Qualità dell’Aria (PRIA) rappresenta un’occasione cruciale per affrontare questi temi in modo organico. Tuttavia, senza un coordinamento efficace tra le amministrazioni locali, regionali e nazionali, il rischio è di continuare a rincorrere le emergenze senza mai risolverle.

Il 2025 inizia con l’auspicio che le istituzioni e la società civile lavorino insieme per garantire un’aria più pulita a tutti, nel rispetto della salute e dell’ambiente.

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