“Accerchiare il brutto per un nuovo sviluppo sociale e umano II Parte”

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Identità segmentate, appartenenze multiple e intercambiabili comunità fluide dai confini invisibili che oltrepassano di continuo il limite.

Noi anguille sociali attuali possiamo scivolare tra i vari piani esistenziali se la città è un terrario attraversabile socialmente e culturalmente. Fare di ogni quartiere un centro multi-centro mescolabile digitale e fisico: wifi e trasporto pubblico locale gratuito in alcune fasce orarie, zone a traffico limitato, piste ciclabili. Consentire gli attraversamenti è fondamentale per nuove relazioni sociali e i passaggi procedurali messi a garanzia della democrazia e della partecipazione pubblica non vanno cancellati in nome della velocità delle decisioni, va anzi promossa e agevolata una nuova loro applicazione partecipata.

Il PUMS dovrebbe integrarsi a queste coordinate accompagnandole e affinandole. L’idea della semplificazione delle procedure va valutata con attenzione perchè se da un lato sembra amplificare le possibilità dei singoli, in realtà spesso inibisce i piani attuativi dello sviluppo comune. Costruire un progetto organico di una città attraversabile significa non agevolare le creatività speculative di uno sviluppo edilizio che non ha prodotto alloggi a costi accessibili. La sbandierata rigenerazione urbana dove determinata si è ridotta da ambientale e sociale a mera rigenerazione urbanistica quando non solo immobiliare. Ancona non è una metropoli, il suo intorno e il territorio vasto contengono aspetti di diversità orografiche produttive sociali e di diversificazione identitaria delle comunità che vi abitano.

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Queste molteplicità e varietà sostanziali ne sono la ricchezza ed il loro attraversamento è il tesoro da mettere in comune. La fluidità delle identità è figlia delle reti lunghe della globalizzazione gerarchica neoliberista che ha prodotto processi di colonizzazione culturale e modificazione delle abitudini di vita e, nel segmento sociale ed economico escluso, marginalizzazione ed emarginazione. Tenere connessi i fili delle identità modificate e farne disegno comune significa innanzitutto attivare procedure di confronto che aiutino ad esplicitare i conflitti di interesse per poter individuare una comunione degli obiettivi di sviluppo da darsi. Accerchiare il brutto per renderlo inutile non è solo una pratica di ingegneria mentale o di progettazione economica e amministrativa; circondare il brutto abbisogna di energia sociale e visione politica, coscienza del vivere e dignità del lavoro e dell’abitare, e dove e come e con quale segno.

Città economica o città sociale? Abbiamo bisogno di entrambi gli aspetti e agire perchè questi si intreccino in una sintesi umana e desiderabile capace di generare nuova passione per dare risposte radicali alla radicalità del non voto. La rigenerazione urbana o è rigenerazione sociale ambientale culturale economica e politica o non è, è l’ennesima escamotage di un’urbanistica asservita all’economia come furono qualche anno fa le ricuciture urbane, che con la scusa della ricucitura hanno messo a “edificabile” i frustoli residui tra un palazzo e l’altro. La rendita fondiaria-immobiliare che garantisce la perpetuazione dei patrimoni ed esclude dal ciclo del valore chi non ha proprietà ha trovato un nuovo filone di rendita, quello degli affitti brevi ed anche qui dovremo mettere mano con normative e piani di attuazione contenuti e partecipati.

Stessa attenzione va rivolta all’ uso di quegli interventi speculativi per abitazioni extra lusso nel che non hanno trovato esito e che lasciano scheletri indelebili nel centro al pari dei grandi contenitori pubblici vuoti e dei capannoni industriali dismessi in periferia. In alcuni di questi casi si può valutare l’esproprio per pubblica utilità attivando le procedure urbanistiche previste e individuando i possibili soggetti attuatori dei nuovi usi. C’è bisogno di rimettere mano previa discussione pubblica approfondita e generalizzata al PRG e pensarlo in relazione ai piani urbanistici e di mobilità dei comuni intorno Ancona per arrivare a definire un Piano Regolatore Generale Intercomunale di un territorio attraversabile e interconnesso nelle sue diversità. Accerchiare il brutto è ricomposizione economica sociale ed umana”.



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