Steve Bannon: «Elon Musk vuole solo i soldi, farò di tutto per tenerlo fuori dalla Casa Bianca»

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di Viviana Mazza

L’ex stratega di Trump: «I lavoratori respingeranno il tecno-feudalesimo globale di Elon Musk»

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DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK
 – «Otterrò che Elon Musk sia cacciato via entro l’insediamento. Non avrà un pass blu con pieno accesso alla Casa Bianca. Sarà come chiunque altro — dice Steve Bannon al
Corriere

—. È una persona davvero malvagia. Fermarlo è diventata per me una questione personale. Prima, dal momento che ha messo così tanti soldi, ero pronto a tollerarlo. Non più».

Non si attenua lo scontro scoppiato a Natale tra Elon Musk e Steve Bannon, stratega della vittoria di Trump nel 2016, rimastogli fedele fino a finire in carcere violando l’ordine di comparizione della Camera, e diventato megafono del movimento Make America Great Again.




















































Al centro dello scontro c’è l’immigrazione: i visti H1B per immigrati specializzati e di talento di cui Musk si è detto sostenitore, salvo poi fare parziale marcia indietro dicendo che vanno riformati (il che non è abbastanza secondo Bannon). Ma c’è anche il ruolo dell’uomo più ricco del mondo nella futura amministrazione. 

Maggie Haberman del New York Times dice che Trump «si lamenta con la gente di quanto Musk sia un po’ troppo presente». Trump è parso dare ragione a Musk, dicendosi sostenitore dei visti H1B (anche se nel 2020 li limitò), ma un sondaggio del suo ex portavoce Sean Spicer su X ha rivelato che il 67% della base Maga è ostile a questi visti. 

«Il problema è che i tecno-feudatari li usano a proprio vantaggio e la gente è furiosa», dice Bannon. «Il 76% degli ingegneri a Silicon Valley non sono americani. È una parte centrale del riprenderci la nostra economia. Sono i lavori migliori, e neri e ispanici non vi hanno accesso».

Bannon non si esprime sul contratto tra SpaceX e l’Italia («Non conosco i dettagli») ma in quest’intervista afferma che «l’unico obiettivo di Musk è diventare trilionario».

Contro Musk siete allineati con Bernie Sanders che su X scrive dei visti H1B: «Sostituiscono impieghi americani ben pagati con servi a contratto stranieri» e «i miliardari fanno soldi».
«Peter Thiel, David Sachs, Elon Musk sono tutti sudafricani bianchi… Dovrebbe tornarsene in Sudafrica. Perché abbiamo sudafricani bianchi, le persone più razziste del mondo, a commentare su tutto ciò che succede negli Stati Uniti? Certo, adoro Bernie che si aggrega solo ora al party sui visti H1B. Facciamo questa battaglia da 10 anni e Bernie non ha detto una parola per via di tutti i soldi che il partito democratico prende dai tecno-feudatari. Metteremo a nudo la corruzione del sistema americano, come i soldi controllano tutto, e speriamo di ispirare l’Italia a svegliarsi».

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Perché Musk non c’era all’incontro di Giorgia Meloni con Trump a Mar-a-Lago?
«C’erano due leader politici. E c’era il team di sicurezza nazionale di Trump. Musk non fa parte di questo governo, sta facendo un rapporto di efficienza per aiutarci a costruire lo Stato amministrativo, ma sarebbe stato inappropriato che ci fosse anche lui. Il presidente Trump ha un’alta opinione di Meloni e sono certo che lei gli ha parlato anche della situazione in Ucraina. Mi rendo conto che c’è la questione iraniana, ma l’Ucraina è una delle cose più urgenti. Penso che Trump rispetti la comprensione di Meloni della situazione ucraina. Sono certo che Marco Rubio, Scott Bessent, Waltz e altri nell’apparato di sicurezza nazionale di Trump ritenessero inappropriato avere Musk nelle vicinanze di tutto ciò».

Che cosa pensa dell’interventismo di Musk nella politica europea?
«Ha subito una grossa sconfitta in America sui visti H1B, ha deriso il nostro movimento come razzista e di ritardati, e ha perso. Ha la maturità di un bambino. Ha cercato di cambiare discorso, dopo la perdita di credibilità negli Stati Uniti e il fatto che, francamente, le persone intorno a Trump sono stanche di lui. Abbiamo visto la sua natura intrusiva, la sua mancanza di comprensione dei veri temi e il suo appoggio solo per se stesso. Il suo unico obiettivo è diventare trilionario. Farà qualsiasi cosa per assicurarsi che ogni sua azienda sia protetta o abbia un accordo migliore o faccia più soldi. L’aggregazione di ricchezza e, attraverso la ricchezza, di potere: è questo il suo obiettivo. I lavoratori americani non lo tollereranno. Sono stato un sostenitore dell’assegno da 250 milioni di dollari che ha staccato per Trump e sono un sostenitore del suo coinvolgimento coi movimenti di estrema destra in Europa: spero che stacchi assegni e dia loro una piattaforma. Quello che non è positivo è che all’improvviso tenti di applicare le sue idee raffazzonate che puntano all’implementazione del tecno-feudalesimo su scala globale».

Ne ha parlato con Musk?
«L’ho buttato fuori dalla Casa Bianca ogni giorno per 30 giorni di seguito nel 2017, quando cercava di ottenere sussidi pagati dai lavoratori americani, in pratica tasse su gente che guadagna 35 mila dollari l’anno, per la riscrittura del software di Tesla. Non ho bisogno di parlare con Elon Musk, so a cosa mira».

Conta che Meloni possa o no venire all’insediamento? O che venga Salvini?
«Non penso che conti affatto. Io sono la prima figura politica globale che ha appoggiato Meloni perché ne vedevo il potenziale. La cosa migliore che può fare è aiutare Trump a risolvere la situazione ucraina al più presto. E non deve venire negli Usa per farlo. Spero che Meloni abbia davvero cambiato idea sull’Ucraina e capito i suoi errori. Non parlo per Trump, parlo per l’estrema destra Usa e dico: per favore, aiuti il presidente a porre fine alla guerra e andare al tavolo negoziale. Può essere una grande intermediaria e, speriamo, rimediare ai suoi fallimenti nell’ultimo paio d’anni».

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8 gennaio 2025 ( modifica il 8 gennaio 2025 | 08:37)

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