Francesco: “La guerra è sempre una sconfitta, chiediamo la pace”

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Ancora un appello dal Papa per i Paesi in guerra, insieme all’invito a “non dimenticare” i territori colpiti dalle violenze e a continuare a pregare per la pace. Il Pontefice ricorda il mandato di Giovanni Paolo II a “proteggere la vita in ogni fase del suo sviluppo: dal concepimento fino alla morte naturale”. In Aula Paolo VI l’esibizione del CircAfrica tra musica, balli, numeri acrobatici e anche due elefanti animatronics: “Grazie ai circensi perché ci fanno ridere”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Il sorriso per la dirompente esibizione del CircAfrica in Aula Paolo VI (con tanto di elefanti animatronics), lascia presto il posto al dolore, sul volto del Papa, per il perdurare dei conflitti che piagano diversi ‘pezzi’ del mondo. “Non dimentichiamo di pregare per la pace”, scandisce Francesco al termine dell’udienza generale di oggi, 8 gennaio, dopo una catechesi interamente dedicata alla piaga dello sfruttamento, degli abusi e della costrizione al lavoro per centinaia di migliaia di bambini.

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Non dimentichiamo di pregare per la pace. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina; non dimentichiamo Nazareth, Israele. Non dimentichiamo tutti i Paesi in guerra

Pregare per la pace

“Chiediamo la pace”, aggiunge il Pontefice. Una richiesta insistente perché non si allentino la tensione e la preoccupazione che animano il lavoro di ricerca di questa pace. Il rischio, come tante volte ha detto il Papa, è che cali l’oblio sui drammi che si consumano in Est Europa, in Medio Oriente, in Africa, nel Sud-Est asiatico. O peggio, che le notizie le notizie su morti e distruzioni diventino abitudine, quotidianità, quindi indifferenza.

Chiediamo la pace. E non dimentichiamo che la guerra sempre, sempre, è una sconfitta. Il Signore benedica tutti

Il Papa durante l'udienza generale

Il Papa durante l’udienza generale

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L’appello di San Giovanni Paolo II

Il suo appello in questa prima udienza generale del 2025, Papa Francesco lo mutua da San Giovanni Paolo II: “Costruire la civiltà dell’amore e della vita”. Lo dice nei saluti ai pellegrini polacchi, esortandoli a continuare a “raccogliere” questa esortazione del Papa loro connazionale “come compito prioritario”.

Proteggete la vita con amore, in ogni fase del suo sviluppo: dal concepimento fino alla morte naturale. Fate crescere i figli nella saggezza e nella grazia

L’esibizione degli artisti del CircAfrica

Prima dei saluti agli italiani, invece, la speaker ha annunciato una “esibizione” del CircAfrica, la compagnia – in questi giorni in tour a Roma all’ex Velodromo dell’Eur – che riunisce artisti provenienti da Etiopia, Tanzania, Tunisia, Marocco, Kenya, Egitto, Senegal, Sud Africa e molte altre nazioni, tutti formatisi nelle scuole circensi di questi Paesi. Sul palco dell’Aula Paolo VI hanno fatto quindi il loro scenografico ingresso una sessantina di ballerini, giocolieri, clown, acrobati, contorsionisti e anche due elefanti animatronics, una sorta di grandi ‘pupazzi’ meccanici manovrati da moderne tecnologie. Sulle note di celebri brani quali Yeke Yeke del cantante guineano Mory Kanté e Celebration dei Kool & The Gang, la compagnia circense ha offerto al Papa un’anteprima del proprio spettacolo: un vero e proprio omaggio alle arti performative africane in tutte le loro forme. Francesco ha guardato divertito ai suoi ospiti, attratto soprattutto dai numeri acrobatici. Poi, dopo aver accarezzato anche l’elefante, ha espresso la sua gratitudine per questa gente che lavora per regalare il buonumore.

Ringrazio tanto queste donne e uomini che ci hanno fatto ridere con il circo. Il circo ci fa ridere come dei bambini. I circensi hanno questa missione, anche da noi: farci ridere e fare cose buone. Ringrazio tanto tutti voi

Nelle parole di Papa Francesco anche un saluto al cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica vaticana e vicario per la Città del Vaticano, in occasione del 25.mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale.

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L’esibizione in Aula Paolo VI del CircAfrica

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