Agricoltura, tra redditività, Pac e innovazione – Economia e politica

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Cavalli sui quali Coldiretti punta da tempo, come la battaglia per l’etichettatura d’origine, che vede il 91% degli italiani interessati a richiedere informazioni semplici e trasparenti legate alla provenienza di tutti gli ingredienti del cibo e la stessa Coldiretti impegnata nella raccolta firme per una legge europea sul tema, si mescolano a nuove sfide, come quella della transizione green, che si potrà realizzare solo puntando sull’energia nucleare pulita, combinata allo sviluppo delle rinnovabili, dal biogas all’agrivoltaico, per garantire il fabbisogno energetico legato alle esigenze del tessuto produttivo.

 

Sono alcuni dei grandi temi che porta all’attenzione della politica e dei decision maker la Coldiretti, in collaborazione con The European House – Ambrosetti, impegnata nel 22esimo Forum dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, che ha animato per due giorni (28 e 29 novembre 2024) Roma.

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La redditività dell’impresa agricola resta uno dei punti nodali per assicurare adeguato ricambio generazionale, investimenti in innovazioni e speranze per il futuro. Dalla parte degli agricoltori e dell’agricoltura, si colloca la maggioranza degli italiani, secondo le analisi presentate da Coldiretti in collaborazione col Censis.

 

Da questo punto di vista emergono dati incontrovertibili. Oltre sei italiani su dieci temono che la proliferazione delle guerre e gli effetti dei cambiamenti climatici finiscano per ridurre la quantità di cibo disponibile, ragione per cui Coldiretti invita a destinare i fondi agricoli europei della Pac solo ai veri agricoltori per continuare a garantire in futuro la produzione alimentare.

 

Parallelamente, per il 64% degli italiani l’agricoltura incarna più il futuro che il passato, con addirittura l’89% del campione degli italiani intervistati che dichiara di nutrire fiducia negli agricoltori.

 

Parte da questi numeri il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, e dalle sferzate dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi (“Io penso che la debolezza europea sia solo dovuta a noi, e non a Trump o a Putin, ma semplicemente alle nostre divisioni”) e del presidente della Commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti (“L’Europa deve evolvere, anche perché le minacce a cominciare dalle guerre non finiranno con la pace in Ucraina. Noi pensiamo all’allargamento a Est fino alle repubbliche baltiche ma anche Putin pensa all’allargamento verso Ovest”) per chiedere uno sforzo maggiore in termini di Politica Agricola Comune e un cambio di passo, perché l’agricoltura non resti vittima di un iper ambientalismo.

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In attesa di conoscere le linee guida del neo commissario all’Agricoltura e Agroalimentare, Christophe Hansen, Coldiretti rilancia la propria ricetta, partendo dai numeri e chiedendo maggiore coraggio. “Gli Stati Uniti hanno stanziato a favore dell’agricoltura Usa 1.400 miliardi di dollari in dieci anni” ricorda Prandini. “Sarebbe opportuno valutare un fondo europeo aggiuntivo rispetto alla Pac (che “pesa” per 386 miliardi di euro per il settennato 2021-2027, Ndr) e dedicato all’innovazione in agricoltura e, allo stesso tempo, destinare i fondi solamente agli agricoltori attivi”.

 

Una discriminante tutt’altro che secondaria, dal momento che la Coldiretti stima che almeno il 30% degli aiuti diretti (circa 1,5 miliardi l’anno) vada ad hobbisti e che gli agricoltori non per professione possano calcolarsi in circa 1,2 milioni su una platea complessiva di 9 milioni.

 

“Dobbiamo tornare alle radici dell’Europa, quando l’agricoltura fu scelta tra i principali cardini della nuova realtà per una duplice ragione: garantire la sicurezza alimentare dopo le privazioni della guerra ma anche sottolineare il ruolo dell’agricoltore che doveva essere considerato come il custode del territorio contro l’abbandono delle campagne”, esordisce il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.

 

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E auspica una nuova presa di coscienza anche Paolo De Castro, già ministro dell’Agricoltura ed europarlamentare, affermando che la Pac deve quindi evitare gli errori del passato.

“È stata una riforma giocata in difesa per difendersi dall’offensiva ambientalista” si sbilancia De Castro. “Ne è venuto fuori un mostro burocratico che ha spinto molti agricoltori a rinunciare ai contributi europei pur di non dover sottostare a regole spesso inapplicabili. Siamo fiduciosi che il nuovo commissario Hansen e, soprattutto, il nuovo vicepresidente esecutivo, Raffaele Fitto, che avrà il coordinamento anche su Agricoltura e Pesca, riescano a invertire questa tendenza”.

 

Ma attenzione, nessun disimpegno dalle politiche ambientali, mette in chiaro Coldiretti. “I cambiamenti climatici hanno prodotto danni all’agricoltura italiana per 6 miliardi nel 2022, per 6,5 nel 2023 e per 8,5 nel 2024” afferma Ettore Prandini. “Siamo i primi a voler affrontare il cambiamento del clima. Ma la lotta non va portata avanti a danno degli agricoltori. Negli ultimi trenta anni in Europa le imprese agricole hanno tagliato le emissioni del 18-19% e di oltre il 20% in Italia, mentre nel resto del mondo le emissioni di CO2 sono cresciute del 17% con punte del 55% in Paesi come il Brasile. La lotta ai cambiamenti climatici va fatta a livello globale altrimenti non sortirà alcun effetto”.

 

Essenziale puntare anche sull’innovazione digitale, difendendo i dati che sono un patrimonio che per Coldiretti deve rimanere nelle mani degli agricoltori e non lasciati in mano a piattaforme di intelligenza artificiale gestite da Stati Uniti o Cina. Una partita gigantesca, che dovrà essere condotta direttamente dall’Unione Europea, perché è una partita troppo grande per l’Italia.

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Grazie alla misura Agricoltura 4.0, afferma in sintesi Prandini, “sono stati investiti 2,5 miliardi di euro negli ultimi cinque anni e se la misura venisse prorogata si supererebbero i 6 miliardi di investimenti entro il 2030”.

 

Sul fronte sindacale, la due giorni del Forum ha portato Coldiretti a ribadire la contrarietà dell’organizzazione agricola ai cibi ultra trasformati e sintetici. Alleanze strategiche confermate anche con Consorzi Agrari d’Italia (Cai) per sostenere il dialogo all’interno della catena di approvvigionamento. “Il vero passaggio in avanti – spiega Gianluca Lelli, amministratore delegato di Cai – è innovare l’intera filiera perché in questo modo si creano le risorse anche per l’innovazione tecnologica nelle aziende agricole”.



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