Giornalismo d’inchiesta protagonista al Festival ‘Macchie e Inchiostri’

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Torna il festival ‘Macchie e Inchiostri’ a Colli al Metauro incentrato sul giornalismo d’inchiesta. La settima edizione della rassegna si articolerà da domenica 15 dicembre a domenica 23 febbraio, con sette appuntamenti ad ingresso libero.

La manifestazione è stata presentata nella sala Angelini dal presidente Giuseppe Paolini, dal sindaco di Colli al Metauro Pietro Briganti, dall’assessore comunale alle Politiche culturali Francesco Tadei e dal presidente dell’associazione culturale ‘Macchie e inchiostri’ e direttore artistico della manifestazione Paolo Frigerio. Che spiega: «Il giornalismo d’inchiesta smuove le coscienze. L’inchiesta implica un’indagine approfondita, spesso rischiosa e costosa perché ricercare la verità ha un prezzo. La rassegna sarà l’occasione per interrogarsi sull’attuale sistema informativo: oggi abbiamo bisogno del giornalismo investigativo». Il festival esplorerà i grandi temi di etica sociale, «con uno sguardo attento alle sfide odierne: dall’energia nucleare ai danni che provocherebbe la scomparsa delle api. Passando per la guerra nel Medio Oriente e l’allevamento di pesci, crostacei e molluschi in ambiente confinato. E ancora: con un ‘reading concert’ esploreremo la potenza della letteratura. Con la forza della narrazione parleremo di ingiustizie e verità nascoste, portando alla luce vicende dimenticate», osserva il direttore artistico della rassegna. «La manifestazione, attraverso la professionalità degli ospiti, permette di dare voce a tante battaglie civili, ricercando la verità con il giornalismo d’inchiesta e stimolando il confronto nella comunità – sottolinea il presidente Paolini -. E’ uno spirito che si è sempre mantenuto all’interno di un Festival che negli anni è cresciuto, riscuotendo riscontri molto positivi anche in termini di partecipazione. Le tematiche scelte per la settima edizione riguardano il futuro della società e anche per questo sono di grande interesse». Aggiungono il sindaco Briganti e l’assessore Tadei: «’Macchie e Inchiostri’ è la nostra migliore occasione per portare ai cittadini importanti dibattiti su temi di attualità. La partecipazione alla vita pubblica passa necessariamente per la conoscenza delle grandi dinamiche che muovono sopra di noi. Quest’anno dedichiamo il festival all’approfondimento di questioni legate al cambiamento climatico e alla sicurezza energetica. E nell’anno in cui la nostra comunità è stata pesantemente scossa da un terribile femminicidio torniamo a parlare, attraverso un reading concert, di violenza di genere: tema per cui la sensibilizzazione non è mai abbastanza. Mai come quest’anno in cui Pesaro è capitale della cultura, Macchie e Inchiostri può crescere e arrivare lontano». La rassegna ‘Macchie e Inchiostri’ è promossa dall’omonima associazione culturale, in collaborazione con il Comune di Colli al Metauro e con il patrocinio della Provincia. Info: 331.9215369. Aggiornamenti e informazioni nelle pagine fb e instagram della manifestazione e sul sito www.macchieinchiostri.it.

Ecco il calendario degli appuntamenti:

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Domenica 15 dicembre, alle ore 17, al Museo del Balì di Saltara, è in programma l’incontro ‘Dalla tua parte. Il giornalismo come strumento etico di ascolto e racconto’ con il giornalista Domenico Iannacone, già inviato di punta di Ballarò e Presa diretta. Ha ideato e condotto per sette edizioni il programma d’inchiesta ‘I dieci comandamenti’ e dal 2019 è in onda con ‘Che ci faccio qui’, uno tra programmi di approfondimento più seguiti di RaiTre. Tra gli altri riconoscimenti ha vinto il Premio Paolo Borsellino, il Premio Goffredo Parise, il Premio Baffo Rosso, Il Premiolino e per cinque volte il Premio Ilaria Alpi. «Le storie più straordinarie – sottolineano i promotori – spesso passano inosservate, eppure sono quelle che raccontano più a fondo la realtà. Domenico Iannacone, con il suo sguardo neorealistico, ci accompagna in un percorso di riflessione, portando alla luce vite e vicende dimenticate. Iannacone invita il pubblico a seguirlo nei luoghi che ha esplorato, condividendo le emozioni, i ricordi, la bellezza e il dolore delle storie che ha incontrato. L’appuntamento sarà l’occasione per esplorare insieme i bisogni collettivi, le ingiustizie e le verità nascoste. Con la potenza di una narrazione che scava nella realtà del Paese».

Domenica 12 gennaio, alle ore 17, nell’ex chiesa del Gonfalone di Saltara, è in programma l’incontro ‘Dai cinque sensi dei mieli alla salute delle api’ con la giornalista, ricercatrice indipendente e apicultrice Barbara Bonomi Romagnoli e la biologa, esperta e docente di analisi sensoriale dei mieli presso l’Albo nazionale Mariassunta Stefano, referente tecnica dei progetti nel settore apistico per l’Amap-Agenzia regionale delle Marche. «Un’occasione preziosa per conversare di api e insetti impollinatori e della loro difficoltà a sopravvivere in un pianeta che risente del cambiamento climatico e delle azioni nocive dell’umanità. Il dialogo proseguirà con una degustazione guidata di mieli, specchio della biodiversità e cartina di tornasole dei nostri territori, attraverso l’introduzione all’analisi sensoriale dei mieli. Il racconto sarà incentrato sugli alveari, per comprendere come funzionano e come producono i mieli e gli altri prodotti: cera, polline e pappa reale», evidenziano gli organizzatori.

Domenica 26 gennaio, alle ore 17, nel Centro civico di Villanova, è in programma l’incontro ‘Oltre le macerie: serve un Medio Oriente europeo’ con il saggista e arabista Lorenzo Trombetta (senior analyst per Ansa e Limes) e il giornalista Davide Lerner, voce di Radio 3 e ricercatore al Reuters Institute di Oxford. Modera Asmae Dachan. «Finché trattiamo la regione come un “fuori da noi” – affermano gli organizzatori – ci troveremo sempre con “guerre in Medio Oriente” e con un cumulo di macerie, dolore e rabbia. Serve dunque che alcuni principi universali – quelli presenti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e in molte carte costituzionali – vengano promossi: non democrazia dall’alto, ma trasversalità e uguaglianza di diritti e doveri, al di là delle appartenenze. Perché questo accada bisogna capire e immergersi, affiancare a uno sguardo ad ampio spettro quello profondo che scende nella vita concreta degli uomini, delle donne e delle loro comunità. Come ad esempio quella del villaggio frontaliero di Hila, che racchiude la storia di due popoli in conflitto».

Sabato 1 febbraio, alle ore 21, nell’ex Chiesa del Gonfalone di Saltara, è in programma il reading teatrale «Leggere Lolita a Teheran» tratto dal romanzo di Azar Nafisi (edito da Adelphi), a cura dell’attrice, drammaturga e attivista Cinzia Spanò. Le musiche saranno eseguite dalla violinista Marta Pistocchi. «Il reading è nato dal desiderio di sostenere le proteste scoppiate in Iran nel 2022 dopo la morte di Mahsa Amini – osservano gli organizzatori -, seguita al suo arresto da parte della polizia morale per non aver indossato correttamente il velo. Ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International e ha debuttato in prima nazionale il 25 novembre 2022 su Rai Radio 3, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.. Vuole essere un omaggio al coraggio delle donne iraniane e, idealmente, intende creare una connessione con le donne che nel mondo stanno lottando contro ogni forma di oppressione».

Domenica 9 febbraio, alle ore 16, nella Sala della Comunità di Calcinelli, è in programma l’incontro ‘Energia nucleare e transizione energetica. Viaggio all’interno di una tecnologia complessa, che affascina e divide’. Partecipano il dirigente di ricerca del Cnr, membro dell’Accademia nazionale delle Scienze e direttore della rivista di scienza Sapere Nicola Armaroli e il docente di Impianti Nucleari al Politecnico di Milano Marco Ricotti, presidente del Consorzio interuniveristario per la Ricerca tecnologica nucleare, coordinatore del gruppo di lavoro sugli Smr (Small modular reactors) della Iaea a Vienna. Modera il giornalista Davide Re, viceresponsabile di Agorà, redazione culturale di Avvenire. «Il dibattito – spiegano gli organizzatori – sarà incentrato sui quesiti del momento: le centrali nucleari a fissione di nuova generazione possono produrre quell’energia che serve a una transizione ecologica compatibile con i bisogni dei cittadini, del sistema industriale, della mobilità elettrica e delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale? Oppure quando parliamo di una nuova generazione del nucleare in realtà ci riferiamo solo a una serie di progetti di ricerca su tecnologie già note da decenni e attualmente non disponibili sul mercato? E i mini-reattori costituiscono una nuova frontiera grazie alla loro maggiore gestibilità o questa è tutt’altro che scontata, dato l’alto tasso di rifiuti che possono produrre?».

Domenica 23 febbraio, alle ore 17, al Museo del Balì, è in programma la proiezione del documentario ‘Until the End of the World. Un viaggio ai confini del Pianeta, alla scoperta del settore alimentare che cresce più rapidamente al mondo: l’allevamento intensivo di pesci’. Il lavoro è stato realizzato da Francesco de Augustinis, giornalista freelance, specializzato in tematiche agroalimentari e della sostenibilità. Ha fondato il progetto di informazione indipendente ‘One Earth doc’ e collabora con diverse testate in Italia e all’estero tra cui Mongabay, Corriere della Sera, Huffington Post. Ha pubblicato i documentari Deforestazione Made in Italy (2019), One Earth – Tutto è connesso (2021), Until the End of the World (2024). «Salmoni, trote, orate, spigole e poi ambiente, sicurezza alimentare, colonizzazione, accaparramento di terre e di risorse idriche. Until the End of the World è un viaggio attraverso tre continenti, per indagare l’industria alimentare che cresce più rapidamente al mondo: l’allevamento di pesci. Oggi questa industria promette di contribuire a rendere il sistema alimentare più sostenibile a fronte di una popolazione mondiale che potrebbe raggiungere 9,7 miliardi di persone nel 2050. Ma in diverse parti del mondo si moltiplicano le comunità che la combattono per salvaguardare la propria stessa esistenza». Seguirà dibattito dell’autore con Francesco Regoli, direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche, inserito nel pool di esperti delle Nazioni Unite per la valutazione della Salute degli Oceani e dell’Uomo.



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