Lavoro: Savona chiama Liguria – Lanuovasavona.it

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“Diamo il tempo alla nuova giunta – sottolinea Andrea Pasa, segretario della Camera del Lavoro di Savona – ma la condizione economica, sociale e industriale della nostra Provincia non possono attendere in eterno: sono necessarie autorevolezza nei confronti del Governo, riunioni ad hoc su ogni singola crisi industriale e un tavolo di monitoraggio sui due settori che oggi destano maggiori preoccupazioni, vetro e automotive”.

“Adesso c’è necessità di correre con la pretesa di essere coinvolti come territorio su ogni decisione da parte del Governo e dei Ministeri interessati alle crisi industriali.

Intanto partiamo dallo stato di salute del mercato del lavoro della Liguria e quindi dell’occupazione: in queste ore sono stati pubblicati i dati sull’occupazione in Liguria che registra un aumento. Il problema è che l’aumento è determinato esclusivamente dall’occupazione indipendente, mentre quella dipendente subisce un tracollo. La Liguria ha perso quasi 9 mila lavoratori dipendenti, è un dato fortemente preoccupante anche perché a questo dato corrisponde l’aumento della precarietà e della povertà – in Provincia di savona il 92% dei nuovi contratti anche nei primi 9 mesi del 2024 è precario , e addirittura il 42% è part time – giovani e donne soprattutto. Due dati, precarietà e orari ridotti, che fanno della provincia di Savona il territorio con i dati peggiori del nord ovest. È una condizione che impone di abbandonare i toni trionfalistici e la narrazione corrente che tutto va bene, vanno invece affrontati i nodi legati all’occupazione rendendola di qualità, partendo dalla soluzione delle vertenze industriali vecchie e nuove e bisogna investire in formazione , e politiche industriali serie e concrete”.

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“Per ora – prosegue Pasa – la politica regionale e nazionale ha prodotto solo decine di commissari e nulla di più; per PIAGGIO AEROSPACE siamo al sesto anno di commissariamento, tre commissari, siamo al quarto bado di vendita.

Oggi ci sono 3 offerte vincolanti che il Ministero e i Commissari devono valutare entro il mese di marzo 2025 – nel frattempo in questi 6 anni l’occupazione si è ridotta di oltre 300 unità.

E’ necessario che il territorio venga coinvolto dalle scelte e non messo all’angolo, per questo è fondamentale calendarizzare un incontro urgente con la Presidenza del Consiglio e i due ministeri interessati , così come si era impegnato di fare l’Assessore Regionale Piana a fine settembre”.

“SANAC: 9 anni di amministrazione straordinaria, 4 stabilimenti in Italia di cui uno a Vado Ligure, tre commissari nominati dal Governo, siamo al 6° bando di vendita, scadenza prorogata al 10 gennaio 2025 , gli occupati erano ad inizio procedura oltre 130 oggi sono ridotti a poco più di 50 unità”.

“E’ necessario incontrare il Ministero per capire la solidità finanziaria e industriale dei gruppi interessati all’acquisto e più in generale la situazione della vertenza dell’ILVA DI TARANTO – primo fornitore di SANAC , e scongiurare che ci possano essere decisioni di chiusura dello stabilimento di Vado Ligure”.

“FUNIVIE: siamo al quinto anno di commissariamento, i commissari e i sub commissari si sono moltiplicati, entro il 31.12.2024 senza l’intervento del Governo l’infrastruttura passerà di proprietà della regione Liguria – quindi necessario urgentemente intervento politico forte per evitarlo – non sono ancora partiti i treni per portare le rinfuse dal porto ai parchi di Bragno, non c’è ancora il percorso di formazione dei dipendenti per le manovre ferroviarie, non ci sono date per la ricostruzione dell’infrastruttura. Serve un intervento forte e concreto del Governo e del Ministero dei trasporti che fino ad oggi non c’è stato”.

“Infine ci sono nuove crisi di due comparti che minano la presenza dell’apparato industriale savonese con migliaia di occupati, vetro e auto con la presenza di stabilimenti importanti che esistono solo in provincia di Savona e non nel resto della Liguria. Serve una strategia e sicuramente un tavolo di monitoraggio locale su questi due comparti. Senza una strategia cè il rischio di mettere in difficoltà un terzo dell’industria savonese, oltre 3mila occupati – dei 10 mila totali a Savona e provincia. Per questo servono politiche industriali e un percorso serio e condiviso tra territorio e regione Liguria, maggiore autorevolezza della politica regionale nei confronti del governo e dei ministeri a partire dal calendarizzare un incontro con INVITALIA per capire a che punto siamo sui bandi nazionali dell’area di crisi complessa e delle criticità che ancora ci sono su diversi ricorsi, in primis quello della società PEGASO”.

“Così come la questione delle risorse per la Valbormida dopo l’alluvione di fine ottobre: bene i 2 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Liguria ma non possono bastare: è necessario che si definisca al più presto l’iter di stato di calamità e le risorse , ma soprattutto a livello locale tracciare un percorso in cui si condividano le azioni da porre in essere contro il dissesto idrogeologico utilizzando risorse pubbliche e private”.

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