Alla sanità italiana servirebbero almeno 40 miliardi: io una soluzione ce l’avrei

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“Per portare la Sanità pubblica italiana ai livelli dei grandi Paesi europei servirebbero almeno 40 miliardi, vale a dire metà dell’attuale spesa annua per l’istruzione. Una cifra enorme, in uno scenario caratterizzato da una situazione demografica critica che implica un’elevata spesa pensionistica e minore popolazione in età da lavoro”. In sintesi questo evidenzia il Rapporto Oasi 2024 – documento pubblicato il 3 dicembre 2024 dal Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (Cergas) di Sda Bocconi School of Management.

40 miliardi, una cifra enorme, apparentemente irraggiungibile.

“Mancano le risorse? No! O meglio, non si vogliono cercare dove sono. In questo paese l’evasione fiscale ruba 90 miliardi, recuperandone anche solo un 10% si troverebbero quei 9 in grado di rendere efficiente il nostro Ssn” afferma il Segretario Nazionale FVM dr Aldo Grasselli.

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Quale competente tecnico sanitario faccio rilevare però che a volte, situazioni definite “impossibili” si rivelano meno impossibili di quello che sembrano, esattamente come l’uovo di Colombo.

Il Ssn italiano, universalistico e basato sulla fiscalità generale, nasce nel 1978 con la legge 833. Esso ricalca nella struttura di base il cosiddetto “modello Beveridge” dei Sistemi Sanitari inglese e francese. Sino ad allora non eravamo senza Sistema Sanitario, tutt’altro. Esso però si basava sul cosiddetto “sistema mutualistico” nato alla fine dell’Ottocento dal “mutuo soccorso” operaio, specie tra i minatori, privi di qualunque assistenza sanitaria e diventato istituzionale per evitare proprio l’eccessivo sviluppo e diffusione del comunismo tra gli operai. Politici ultraconservatori e guerrafondai come Bismarck in Germania lo rendono statale, per cui viene definito in Sanità “modello Bismarck”.

Principale vantaggio ed utopia dei “sistema Beveridge” universalistico inglese che ispira la legge 833/78 è quello di assicurare a tutti, senza diseguaglianze dovute alle differenti capacità di finanziamento del sistema, tutte le prestazioni sanitarie in linea con il dettato dell’articolo 32 della nostra meravigliosa Costituzione italiana. Questo sistema ancora oggi, grazie alle eccezionali capacità dimostrate sul campo dei medici e degli infermieri che lavorano in trincea nel Ssn, ha assicurato e continua ad assicurare, ma ancora per poco, una Sanità pubblica di ottimo livello e anche con punte di eccellenza, ma, per carenza di adeguate risorse a supporto e ristoro, è destinato al crollo entro brevissimo tempo.

Unico sistema ancora sufficientemente finanziato, e che, con adeguati correttivi anti diseguaglianze, continua invece ad assicurare una Sanità di buon livello ma soprattutto con adeguate retribuzioni per i medici e gli infermieri, in Europa resta oggi solo quello tedesco, basato sulle mutue, da noi in Italia azzerato e reso inviso a tutti dai film del Dottor Guido Terzilli che condurrà alla nascita del SSN sul modello “Beveridge” inglese nel 1978. Ma l’Italia è il Paese dove evadere la fiscalità generale non è considerato un reato, ma un’Arte sopraffina ammirata, apprezzata e amata dal popolo e quindi dai suoi politici eletti.

Di conseguenza il fenomeno, unico in Europa, di Terra dei Fuochi e il conseguente e gravissimo danno sanitario ed ambientale della Campania nasce a partire dalla fine degli anni Settanta portando al disastro epidemiologico e sanitario apparentemente irrecuperabile che in data 28 novembre 2024 ancora una volta anche il report Agenas ha confermato, con buona pace di tutte le (inutili) contestazioni. Siamo il top in Europa per evasione fiscale in tutte le attività manifatturiere dovuto alla eccessiva presenza di lavoro nero per mancanza di adeguati controlli della fiscalità generale.

Principale vantaggio del sistema mutualistico tedesco alla Bismarck è infatti la impossibilità di fatto di introdurre nel sistema manifatturiero “lavoro nero” e quindi tutti i lavoratori, per potere lavorare, devono dichiarare e registrare la propria posizione lavorativa e quindi ricevere sul proprio salario “in bianco” la quota di risorse necessarie per i contributi sanitari. In Germania Terra dei Fuochi non esiste perché non può esistere.

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In un solo colpo quindi, e semplicemente ritornando al nostro sistema mutualistico ante 1978, verrebbe di fatto a scomparire quella eccessiva e apparentemente inarrestabile quota di evasione fiscale pari a livello nazionale ad una media del 30% di tutte le attività manifatturiere, che, a livello della Campania, raggiunge punte del 47% (fonte Dda).

Non ci sarebbe neanche la necessità di pensare ad una legge ad hoc per garantire un salario minimo. La copertura totale di tutti i contribuenti lavoratori effettivi, che ripeto è calcolata in un 30% medio di tutte le attività manifatturiere in Italia e non meno del 47% (!) nella sola Campania, in un solo colpo, come per un miracolo, potrebbe recuperare in gran parte, se non tutto, quel fabbisogno stimato in non meno di 40 miliardi di euro l’anno dovuto innanzitutto alla carenza di contribuenti per l’eccessiva e non contrastata presenza di “lavoro nero” cui oggi si aggiunge pure la crisi demografica gravissima, specie in Campania.

Sembrerebbe l’uovo di Colombo in Sanità. A volte basta un uovo per comprendere e fare comprendere ciò che si deve fare, ma questo è possibile solo se si chiede e si ascoltano i competenti, e si diventa competenti con decenni di studi e combattimenti sul campo.

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