Subiaco, un piccolo borgo incastonato tra i Monti Simbruini, è stata proclamata Capitale italiana del libro 2025. Questo luogo, con le sue strade silenziose e le sue pietre antiche, custodisce storie e memorie che sembrano vibrare di una bellezza immutabile. La proclamazione è un tributo al ruolo storico di Subiaco come culla della stampa italiana, ma anche al suo spirito di innovazione, che oggi punta a unire passato e futuro, memoria e tecnologia, in una visione culturale capace di parlare alle nuove generazioni.
“Il progetto presentato da Subiaco offre un ventaglio accurato di proposte tutte volte alla valorizzazione e alla diffusione del progetto libro, partendo dal rilancio e dal restauro del grande patrimonio bibliotecario custodito nel suo territorio, fino ad arrivare all’utilizzo delle nuove risorse tecnologiche che permetteranno alle nuove generazioni di approcciarsi con metodi a loro più consoni a un mondo culturale – considerato per lo più polveroso e antico – che può invece offrire loro molti stimoli e sorprese. Ma non è solo questo il focus del progetto. Unendo passato e presente, si potrà assistere alla realizzazione del primo libro stampato in Italia, proprio a Subiaco, nel 1465 di cui si è perso l’originale, permettendo di ricostruire materialmente la prima tipografia a caratteri mobili italiana. Tante le iniziative intese a far scoprire, tutelare e valorizzare le tante ricchezze artistiche e architettoniche del territorio, a partire da visite guidate nei musei con supporti audiovisivi innovativi tipo WhatsArt, spettacoli teatrali, interazioni tra biblioteche, libri ‘parlati’ nelle piazze, coinvolgendo insegnanti e allievi delle scuole locali. Tutto questo nell’importante intento di far conoscere il lungo viaggio fatto dal libro nei secoli alle nuove generazioni, unendo passato e futuro in modo interattivo e attrattivo per tutti. Solo la conoscenza del passato, infatti, ci può illuminare in una nuova visione della cultura come forma di resistenza dell’umanità.”
Le parole del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, risuonano come un invito a riscoprire le radici profonde di una tradizione che ha contribuito a plasmare il sapere europeo. E Subiaco, in questo, ha un ruolo unico. È al monastero benedettino di Santa Scolastica, il più antico d’Occidente, che la città deve il suo prestigioso titolo di culla della stampa a caratteri mobili in Italia. Qui, in un angolo remoto del Lazio, la quiete del monastero si trasformò in un laboratorio di innovazione, grazie all’arrivo di due chierici, Arnold Pannartz e Conrad Sweynheym. Provenienti dalla diocesi di Magonza, i due tipografi, probabilmente in fuga dai tumulti politici e religiosi che agitavano la Germania, trovarono rifugio a Subiaco. Con il loro sapere e la loro determinazione, convinsero i monaci benedettini – già eredi di una millenaria tradizione scrittoria – a investire nella stampa a caratteri mobili.
Il risultato di questa collaborazione fu straordinario. Il 29 ottobre 1465, venne completato il primo libro stampato in Italia, un incunabolo che raccoglie tre opere di Lattanzio: Divinae Institutiones, De ira Dei e De opificio Dei. Questo libro, di cui si conosce con certezza la data di realizzazione, segna una svolta nella storia della cultura italiana. Ma l’attività tipografica di Pannartz e Sweynheym a Subiaco non si fermò qui. Nei due anni successivi, vennero stampati altri volumi fondamentali, tra cui il Donatus pro puerulis (una grammatica latina di Elio Donato, di cui non sopravvivono copie), il De oratore di Cicerone e il De civitate Dei di Sant’Agostino, completato il 12 giugno 1467. Questi libri, custoditi nei secoli con cura e devozione, rappresentano non solo un traguardo tecnico, ma anche un messaggio universale: la conoscenza può essere tramandata, salvata e rigenerata attraverso il tempo.
Alla cerimonia di proclamazione del titolo erano presenti numerosi esponenti della cultura italiana. Tra questi, il Direttore generale della Direzione Biblioteche e Diritto d’Autore, Paola Passarelli, ha dichiarato: “Il successo dell’iniziativa del MiC con la Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore è confermato dalla sempre crescente domanda di partecipazione dei comuni: sono state 20 quest’anno le città candidate. Progetti validissimi, difficile il lavoro della giuria, poiché è chiaro che la promozione del libro è ormai una parte importante nella valorizzazione della cultura e del territorio.”
Anche il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, ha sottolineato l’importanza del riconoscimento: “La cultura come inesauribile motore di sviluppo dei nostri territori. Riconoscimenti prestigiosi e ambiti come quello conferito oggi a Subiaco danno infatti un ulteriore impulso alla crescita in chiave culturale delle comunità, promuovendone e valorizzandone a livello nazionale e non solo il patrimonio.”
Subiaco ha prevalso su una lunga lista di concorrenti, tra cui città come Grottaferrata, Ischia, Macchiagodena, Mistretta e Sorrento. Con i 500.000 euro di finanziamento che riceverà, il borgo avrà l’opportunità di dare vita a un programma ricco di iniziative che non solo celebrano il passato, ma guardano al futuro. Tra queste, la ricostruzione simbolica della prima tipografia italiana e progetti innovativi come laboratori per le scuole, libri “parlati” nelle piazze e spettacoli teatrali. Il cuore di Subiaco continuerà a battere per la cultura, raccontando la sua storia alle nuove generazioni.
Camminando tra le sue strade, si può quasi percepire la presenza di Arnold e Conrad, chini sui torchi, intenti a imprimere caratteri su pagine destinate a resistere ai secoli. È questo l’incanto di Subiaco: un luogo dove la memoria si fa futuro, e ogni libro diventa un atto di resistenza e bellezza.
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